Capodanno berbero
Il capodanno berbero è una festività berbera. È anche noto con il termine berbero Yennayer (ⵢⴻⵏⵏⴰⵢⴻⵔ), che propriamente indica il primo mese dell'anno (il nome deriva infatti da quello latino di ianuarius).
Capodanno berbero | |
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Nome originale | Yennayer |
Data | 12-14 gennaio |
Celebrata in | Maghreb, Tamazgha |
Oggetto della ricorrenza | Capodanno |
Tradizioni | Sacrificio di un animale |
Tradizioni culinarie | Cuscus alle 7 verdure |
Data
modificaIl calendario berbero segue il calendario giuliano, e quindi il primo mese comincia il 14 gennaio gregoriano[1].
Tuttavia, per un probabile errore introdotto da alcune associazioni culturali berbere attive nel restaurare usanze in via di sparizione, oggi in gran parte dell'Algeria è opinione comune che la data d'inizio anno vada considerata il 12 e non il 14.
Origine della festività
modificaLa celebrazione della festa di capodanno in Nordafrica deve essere stata particolarmente vivace fin da prima dell'islam. Tant'è che ripetutamente i dotti musulmani del medioevo condannavano la festa considerandola una innovazione pagana.
A partire dagli anni Sessanta, è invalsa la tradizione di accoppiare l'evento del capodanno berbero con una numerazione degli anni che prende le mosse a partire dal 950 a.C., anno approssimativo di salita al trono del faraone Sheshonq I.
Festeggiamenti
modificaIl capodanno viene celebrato in modi diversi nelle diverse regioni del Nordafrica. Perlopiù è tradizionale un pasto con cibi particolari, diversi da regione a regione (per esempio un "cuscus alle 7 verdure"), ma in molte regioni è anche previsto il sacrificio di un animale (di solito un pollo).
Un tratto caratteristico di questa festività, che spesso si confonde con quella islamica dell'ashura, è la presenza, in molte regioni, di invocazioni rituali con formule quali bennayu, babiyyanu, bu-ini, ecc., tutte espressioni che, secondo molti studiosi, potrebbero rappresentare la corruzione di antichi auguri di bonus annus/bonum annum[2].
Note
modifica- ^ Infatti, come ricorda Genevois (1975: 11), "il calendario agricolo (antico calendario giuliano) ha dunque attualmente sul calendario gregoriano un ritardo di 13 giorni".
- ^ L'etimologia, proposta per bu-ini dell'Aurès da Masqueray (1886: 164), è stata accolta ed estesa anche ad altri termini consimili legati alle festività di inizio dell'anno da diversi autori, tra cui Doutté (1909: 550), Laoust (1920: 195), Delheure (1988: 156). Drouin (2000: 115) definisce queste ricerche etimologiche "poco convincenti".