Gaspare Altieri, I principe di Oriolo
Gaspare Altieri, I principe di Oriolo, già noto come Gaspare Paluzzi Albertoni, (Roma, 1650 – Roma, 9 luglio 1720), è stato un principe italiano.
Gaspare | |
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Gaspare Altieri, I principe di Oriolo ritratto da Carlo Maratta | |
I Principe di Oriolo | |
In carica | 1671 – 1720 |
Predecessore | Titolo creato |
Successore | Emilo |
Trattamento | Sua grazia |
Altri titoli | Principe di Viano Duca di Monterano Principe di Rasina |
Nascita | Roma, 1650 |
Morte | Roma, 9 luglio 1720 |
Dinastia | Paluzzi degli Albertoni poi Altieri |
Padre | Angelo Albertoni, principe di Rasina |
Madre | Vittoria Parabiacca |
Consorte | Laura Caterina Altieri |
Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaGaspare nacque a Roma nel 1650 circa, figlio di Angelo Paluzzi Albertoni, principe di Rasina, e di sua moglie Vittoria Parabiacca. Suo zio, fratello di suo padre, fu il celebre cardinale Paluzzo Paluzzi Albertoni che assunse anche il cognome di Altieri quando venne adottato come nipote da papa Clemente X nel 1670. Fu infatti proprio a causa del terrore per l'imminente estinzione in linea maschile della sua casata che papa Clemente, al secolo Emilio Altieri, beneficò questo cardinale consentendogli di assumere il suo cognome.
Lo stesso fece con Angelo Paluzzi Albertoni che dal 1670 ottenne di essere elevato al titolo di principe di Rasina e di mutare per sé e per la propria famiglia il proprio cognome in Altieri. Per consolidare il legame tra queste due famiglie e giustificare anche a livello genealogico l'assunzione del nuovo cognome, fu Clemente X stesso a organizzare il matrimonio tra sua nipote Laura Caterina Altieri e Gaspare, che venne celebrato dallo stesso pontefice nel 1671 e che portò quindi alla fondazione della dinastia dei principi di Oriolo.
Gaspare ottenne, oltre al titolo, anche il feudo di Oriolo, posto a breve distanza da Viterbo, dove egli si impegnò particolarmente a favore delle esigenze della locale comunità: nel 1675 avviò la costruzione di una chiesa con annesso un convento affidati ai frati minori riformati e dedicato a Sant'Antonio da Padova.[1] La concessione venne sottoscritta il 29 marzo con la fornitura da parte del principe del terreno necessario e di tutti i materiali per la costruzione, ma i frati avrebbero costruito in totale autonomia di manovalanza.[2] Nel 1708 Gaspare Altieri dotò il feudo di Oriolo anche di un macello che venne dato in affitto a terzi con l'obbligo di retribuire ogni mese 75 chilogrammi di carne al locale convento dei frati minori.
Amante delle arti e forte della propria posizione, dopo il ritrovamento della Tomba dei Nasoni a Roma ottenne il permesso da papa Clemente X di poterne asportare alcuni affreschi su tufo e di porli nella propria villa sull'Esquilino così da salvarli dall'ambiente inadatto in cui si trovavano e preservarli successivamente, grazie anche alla collaborazione del celebre storico e scrittore d'arte Giovanni Pietro Bellori. Dei tre pannelli, quello nel quale è raffigurato un Edipo, venne osservato anche da Johann Joachim Winckelmann[3] nella seconda metà del Settecento ed ivi rimasero sino alla prima metà dell'Ottocento quando scomparvero misteriosamente.
Matrimonio e figli
modificaGaspare sposò a Roma nel 1670 Laura Caterina Altieri, figlia di Antonio Maria Altieri, e di sua moglie, la contessa Maria Virginia Carpegna. Da questo matrimonio nacquero i seguenti figli:
- Emilio (n. 1670), II principe di Oriolo, sposò Costanza Chigi
- Lorenzo, cardinale (n. 1671)
- Antonio (n. 1672)
- Girolamo Antonio (n.1673), III principe di Oriolo, sposò Maria Maddalena Borromeo Arese
- Giovanni Battista (n. 1674), cardinale
Albero genealogico
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Baldassarre Albertoni, I marchese di Rasina | Angelo Albertoni | ||||||||||||
Tarquinia Jacovacci | |||||||||||||
Antonio Albertoni, II marchese di Rasina | |||||||||||||
Clarice Bonfilioli | … | ||||||||||||
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Angelo Paluzzi Albertoni Altieri, III marchese di Rasina | |||||||||||||
Orazio II di Carpegna, conte di Carpegna e di Scavolino | Giovanni III di Carpegna, conte di Carpegna e Scavolino | ||||||||||||
Beatrice Landriani | |||||||||||||
Laura di Carpegna | |||||||||||||
Laura Passionei | Gianfranco Passionei | ||||||||||||
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Gaspare Altieri, I principe di Oriolo | |||||||||||||
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Vittoria Parabiacca | |||||||||||||
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Note
modifica- ^ Tale dedicazione è da ritrovare nella devozione famigliare che il santo di Padova già aveva ispirato ai Paluzzi Albertoni che vantavano una cappella proprio in suo onore nella chiesa romana di Santa Maria in Aracoeli
- ^ Archivio comunale di Oriolo Romano, cfr. notaio Ferdinando Crescini, vol 27, pag. 651
- ^ J. J. Winckelmann, Geschichte der Kunst des Altertumst, 1763-68, vol. XI, cap. 2, par. 12; vol. VII, cap. 3, par. 8
Bibliografia
modifica- Theodoro Amayden, La storia delle famiglie romane, Volumi 1-2, Ristampa anastatica Editore Forni, 1967, p. 42
- S. P. Fox, Le raccolte di antichità del Palazzo e della Villa Altieri a Roma, Xenia Antiqua, III, pp. 197–200
Voci correlate
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