Giovanni Del Vento

militare italiano

Giovanni Del Vento (Canosa di Puglia, 12 novembre 1920Canosa di Puglia, 13 dicembre 1989) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Giovanni Del Vento
NascitaCanosa di Puglia, 12 novembre 1920
MorteCanosa di Puglia, 13 dicembre 1989
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Italia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Militare Italiana
SpecialitàRicognizione Marittima
Unità287ª Squadriglia
GradoTenente colonnello pilota
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti da Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Biografia

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Nacque a Canosa di Puglia il 12 novembre 1920.[2] Nell'anno scolastico 1938-1939 conseguì il diploma magistrale presso l'Istituto di Pola, arruolandosi subito dopo nella Regia Aeronautica come Allievo sergente pilota nel mese di gennaio.[2] Frequento le scuole di pilotaggio di Ghedi e di Puntisella, divenendo pilota militare con il grado di primo aviere nell'aprile 1940.[2] Assegnato in servizio presso il 31º Stormo Bombardamento Marittimo, nel mese di giugno fu promosso sottotenente di complemento,[3] Prese parte alle operazioni belliche nel Mar Mediterraneo, e nel gennaio 1941 rimase ferito in azione, venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare.[4]

Il 27 settembre 1941, quando era in forza alla 287ª Squadriglia Squadriglia Autonoma da Ricognizione Marittima Lontana (ex 199ª Squadriglia Ricognizione Marittima poi rinominata)[1] del XCIII Gruppo inquadrato nell'Aviazione della Sardegna, rimase gravemente ferito quando il CANT Z.506B Airone[1] sul quale volava venne abbattuto da sei caccia nemici. La furiosa reazione dell'equipaggio dell'idrovolante portò all'abbattimento di due caccia e al danneggiamento di un terzo. Quando lo Z.506 fu costretto ad ammarare pur ferito cercò di mettere in salvo il resto dell'equipaggio, e si allontanò per ultimo dall'aereo che affondava, fatto segno dai tiri di mitragliatrice degli aerei nemici.[2] Per questo fatto fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare a vivente.[1] Riprese servizio nell'aprile 1942 presso la Scuola di Osservazione Marittima, promosso tenente di complemento nel febbraio 1943.[2] Nella sessione estiva dell'anno scolastico 1942-1943 conseguì il diploma liceale classico presso il Liceo ginnasio di Avellino.[2] Trasferito in servizio permanente effettivo per merito di guerra, con anzianità retrodatata al settembre 1941, dopo la fine della guerra rimase in servizio nella neocostituita Aeronautica Militare Italiana venendo promosso capitano nel marzo 1947.[2] Nel novembre 1953 fu assegnato all'Ispettorato telecomunicazioni e assistenza al volo, passando poi alla Regione informazioni al volo di Ciampino (maggio 1954), e infine alla Regione informazione volo di Brindisi (febbraio 1955).[2] Nel novembre 1955 fu trasferito, dietro sua domanda, al Ruolo Servizi dell'Arma Aeronautica, promosso maggiore a scelta il 1 gennaio 1959.[2] Ricoprì l'incarico di Capo centro circolazione aerea della Regione Informazione Volo (RIV) di Brindisi, venendo promosso tenente colonnello nel dicembre 1963.[4] Posto in congedo, si spense nel 1989.[4] Il 28 giugno 1942 nella Cattedrale di Santa Maria di Oristano sposa Agnese Senes, insegnante oristanese (morta di tifo il 14 luglio 1943). Suo figlio Vincenzo Del Vento, nato il 17 aprile 1943, entra nell’Accademia navale di Livorno, conseguendo la laurea in Ingegneria navale diventando Ammiraglio di Divisione.

Onorificenze

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«Primo pilota a bordo di un idro da ricognizione marittima, dopo aver avvistato una formazione navale e dopo che l’osservatore ne avesse trasmessi i dati relativi al moto, mentre dirigeva per eventuale opera di soccorso verso un apparecchio silurante che precipitava in mare, veniva attaccato da sei caccia di cui due venivano abbattuti sicuramente e uno probabilmente. Nonostante fosse ferito in più parti ed avesse altri membri dell’equipaggio colpiti portava all’ammaraggio l’apparecchio in fiamme. In mare, mentre attendeva al salvataggio dei superstiti, veniva nuovamente attaccato e colpito da proiettili di mitragliatrice. Disponeva per il salvataggio dei superstiti e faceva allontanare il battellino per evitare che venisse investito dalle fiamme. Abbandonava per ultimo l’apparecchio, quasi sommerso, gettandosi a nuoto e, raggiunto il battellino ove si trovavano l’osservatore mortalmente ferito ed il marconista, nonostante le proprie gravi condizioni, si prodigava per portarli in salvo. Dopo 17 ore di permanenza in mare veniva raccolto da un apparecchio da ricognizione inviato sul posto. In combattimento e durante l’opera di soccorso col suo comportamento dava un supremo esempio di eroismo e di abnegazione umana. Cielo del Mediterraneo Occidentale, 7 gennaio -27 settembre 1941
— Regio Decreto 5 marzo 1942[5]
— Regio Decreto 9 settembre 1941[6]

Annotazioni

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  1. ^ a b c d Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 161.
  2. ^ a b c d e f g h i Combattenti Liberazione.
  3. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1952, p. 95.
  4. ^ a b c Perri, Martinese 2017, p. 115.
  5. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  6. ^ Bollettino Ufficiale 1941 supplemento 13, registrato alla Corte dei conti il 20 gennaio 1942, registro n.15 Aeronautica, foglio 66.

Bibliografia

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  • Gianfranco Perri e Marco Martinese, I 100 personaggi dell'odonomastica di Brindisi che attraversano tutta la storia della città, Brindisi, LoGisma, 2017.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Medaglie d'Oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Medaglie d'Oro al Valor Militare viventi, Roma, Tipografia regionale, 1952.
  • Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.

Collegamenti esterni

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