I Am Brian Wilson
I Am Brian Wilson: A Memoir è l'autobiografia del musicista e compositore statunitense Brian Wilson, membro fondatore dei Beach Boys. Il libro di memorie venne scritto nel corso di svariati mesi di interviste rilasciate al ghostwriter Ben Greenman.[1][2] Fu pubblicato negli Stati Uniti dalla casa editrice Da Capo Press l'11 ottobre 2016, un mese dopo l'uscita dell'autobiografia Good Vibrations: My Life as a Beach Boy di Mike Love, altro membro fondatore dei Beach Boys con il quale in passato Wilson aveva avuto diversi contrasti.[3] I Am Brian Wilson sostituisce Wouldn't It Be Nice: My Own Story, la precedente autobiografia di Wilson pubblicata nel 1991 e da lui disconosciuta.[4]
I Am Brian Wilson | |
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Titolo originale | I Am Brian Wilson: A Memoir |
Autore | Brian Wilson Ben Greenman |
1ª ed. originale | 2016 |
Genere | biografico |
Lingua originale | inglese |
Protagonisti | Brian Wilson |
Coprotagonisti | The Beach Boys |
Antefatti
modificaL'autobiografia era stata annunciata nell'aprile 2013, indicata come scritta dal giornalista Jason Fine, e in pubblicazione prevista per il 2015 attraverso la Coronet Books. Mentre il sito web ufficiale di Wilson descrisse il libro in uscita "la prima descrizione in assoluto degli epici alti e bassi della vita di Brian", il The Guardian fece notare che il precedente Wouldn't It Be Nice: My Own Story aveva già raccontato in gran parte la sua storia. Tuttavia, l'autobiografia del 1991 veniva considerata "controversa" dallo stesso Wilson, e inoltre non prendeva in considerazione la rinascita della sua carriera solista negli anni duemila.[5]
Nel giugno 2015, Wilson dichiarò: «Un tizio si è tirato fuori dal progetto del libro, quindi lo sto scrivendo con qualcun altro. Deve essere fatto».[6] Nel febbraio 2016, fu riportata la notizia che il libro era "in lavorazione da anni e [ha] già visto almeno un coautore assunto e licenziato". Wilson disse che il libro era pronto per "tre quarti" ed era stato scritto in collaborazione con Ray Lawlor. Egli paragonò il processo di scrittura alla terapia, dicendo: «Ci sono molti ricordi che accompagnano il mio libro. Devo far convivere i bei ricordi con quelli brutti».[7]
Alla fine il libro fu completato con l'aiuto dello scrittore newyorchese Ben Greenman. Secondo Wilson, la stesura comprese molte interviste telefoniche nel corso di otto mesi, con telefonate di almeno 40 minuti ciascuna. Così Greenman mise insieme l'opera.[1] Quando gli venne chiesto come aveva fatto a sopperire al suo cronico problema di non avere alcun ricordo di determinati eventi, Wilson rispose: «Beh, il libro doveva essere veritiero. Prima abbiamo fatto il film [Love & Mercy del 2015], che è veritiero ma include anche alcune parti che sono finzione cinematografica, e che però mi hanno aiutato a ricordare alcuni episodi reali. Questo mi ha aiutato a scrivere il libro, che è quasi del tutto verità. Spero che la gente possa empatizzare con esso, perché non c'è nulla di finto, per quanto strano possa sembrare. È tutto vero!».[8]
Controversie
modificaC.W. Mahoney del Free Beacon mise fortemente in dubbio che l'autore del libro fosse proprio Brian Wilson, e che l'opera fosse più attendibile rispetto alla precedente Wouldn't It Be Nice: My Own Story del 1991. Il giornalista David Hepworth scrisse inoltre che è un libro "a senso unico", "influenzato dalla moglie e manager di Wilson, Melinda".[9] Già nel 2014, il progetto era stato accolto con scetticismo dall'ex collaboratore di Brian Wilson Van Dyke Parks, che interrogato in proposito rispose via Twitter: "Non mi sembra molto una auto-biografia!".[10] Quando a Mike Love venne chiesto dei commenti negativi su di lui espressi da Wilson nel suo libro, Love rispose: «Brian non è responsabile della sua vita, come invece lo sono io della mia. Ogni sua mossa è orchestrata da altri e di molte delle cose che pretende di raccontare, non esistono prove. Ma non mi piace nemmeno esercitare un'indebita pressione su di lui, perché so che ha molti problemi. Per compassione, non rispondo a tutto ciò che è presumibilmente detto da lui».[11] Per quanto sia dato di sapere, Love non ha ancora mai letto il libro di Wilson.[11]
Note
modifica- ^ a b Jon Bream, Beach Boys genius Brian Wilson dishes on memoir, Minneapolis 'Pet Sounds' concert, in Star Tribune, 29 settembre 2016.
- ^ Sanjiv Bhattacharya, Brian Wilson: What I've Learned, su Esquire, 15 giugno 2016.
- ^ James Wolcott, Brian Wilson, Mike Love, and the Psychodrama Behind the Beach Boys’ Sun-Streaked Legacy, in Vanity Fair, 5 agosto 2016.
- ^ Jeff Giles, Read an Excerpt From ‘I Am Brian Wilson: A Memoir’, su Ultimate Classic Rock, 12 aprile 2016.
- ^ Michael Hann, Beach Boys legend Brian Wilson to write autobiography, in The Guardian, 15 aprile 2013.
- ^ A.D. Amarosi, Wouldn't it be nice..., su icondv.com, Icon, giugno 2015.
- ^ Simon Collins, Brian Wilson revisits his Pet project, su au.news.yahoo.com, 5 febbraio 2016. URL consultato il 4 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2016).
- ^ Jeff Slate, How Brian Wilson Found Inspiration in the Artists Working Beside Him, in Esquire, 11 ottobre 2016.
- ^ David Hepworth, Why I want to tell the Beach Boys to get over themselves, in New Statesman, 16 ottobre 2016.
- ^ thevandykeparks, @hannahmarge:I'm the researcher for Brian Wilson's autobiography, would love to ask you a few questions VDP:---Doesn't sound "auto" to me! (Tweet), su Twitter, X, 19 maggio 2014.
- ^ a b Bruce Fessier, Beach Boys seek to overcome discord with new wave of Love, in The Desert Sun, 17 novembre 2016.