Kirghizistan

Stato dell'Asia centrale

Il Kirghizistan o Kirghisistan[5] (in kirghiso Кыргызстан?, Qırğızstan; in russo Кыргызста́н?, Kyrgyzstan), anche Chirghisia,[5] Kirghisia o Kirghizia,[6][7][8] ufficialmente Repubblica Kirghisa (in kirghiso Кыргыз Республикасы?, Qırğız Respublikası; in russo Киргизская Республика?, Kirgizskaja Respublika), è uno Stato indipendente dell'Asia centrale, senza sbocco sul mare. Confina con Cina, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan.

Kirghizistan
Kirghizistan - Localizzazione
Kirghizistan - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Kirghisa
Nome ufficiale(KY) Кыргыз Республикасы/Qırğız Respublikası
(RU) Кирги́зская Респу́блика/Kirgizskaja Respublika
Lingue ufficialikirghiso e russo[1]
Altre lingueuzbeco
Capitale Biškek
Politica
Forma di governoRepubblica presidenziale
In precedenza:
Repubblica parlamentare (2010-2021)
Repubblica presidenziale (1991-2010)
PresidenteSadır Japarov
Primo ministroAdylbek Kasymaliev (ad interim)
IndipendenzaDall'URSS,
31 agosto 1991 (dichiarata),
25 dicembre 1991 (riconosciuta)
Ingresso nell'ONU2 marzo 1992
Superficie
Totale199 945 km² (85º)
% delle acque3,6%
Popolazione
Totale7 037 590 ab. (2023) (112º)
Densità27,4 ab./km²
Tasso di crescita0,89% (2012)[2]
Nome degli abitantikirghisi, chirghisi
Geografia
ContinenteAsia
ConfiniCina, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan
Fuso orarioUTC+6
Economia
Valutasom kirghizo
PIL (nominale)7 565[3] milioni di $ (2017)
PIL pro capite (nominale)1 420 $ (2017)
PIL (PPA)23 150 milioni di $ (2017) (144º)
PIL pro capite (PPA)3 700 $ (2017) (183º)
ISU (2016)0,664 (medio) (120º)
Fecondità2,9 (2010)[4]
Varie
Codici ISO 3166KG, KGZ, 417
TLD.kg
Prefisso tel.+996
Sigla autom.KG
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleKırgız Respublikasının Mamlekettik Gimni
Festa nazionale31 agosto
Kirghizistan - Mappa
Kirghizistan - Mappa
Evoluzione storica
Stato precedenteRSS Kirghisa (bandiera) RSS Kirghisa
(Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica)
 

La capitale e città più importante è Biškek, chiamata Frunze durante il periodo sovietico. La superficie è poco meno di 200000 km², la popolazione ammonta a 6 691 800 abitanti (stima 2021).

Il Kirghizistan prende il nome dal popolo dei kirghisi, unito a -stan che significa "paese". Dal 1936, con il nome di Repubblica Socialista Sovietica Kirghisa, fu una Repubblica federata dell'Unione Sovietica fino al 1991, anno in cui divenne indipendente dall'URSS; dal 1992 è membro delle Nazioni Unite.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Kirghizistan.

Storia antica

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I primi abitanti del Kirghizistan furono il popolo degli Sciti, che qui si stabilirono dal VI al V secolo a.C. Successivamente la zona sudorientale fu parte dell'Impero persiano achemenide, più precisamente della Satrapia della Sogdiana, che aveva come fulcro e capoluogo la città uzbeka di Samarcanda. La Sogdiana fu espugnata nel 327 a.C., quando anche la zona dell'odierno Kirghizistan cadde in gran parte sotto l'influenza del Regno di Macedonia di Alessandro Magno. Dunque passò al dominio della dinastia seleucide sino a che l'avvento dei Parti non pose fine completa all'età ellenistica in queste zone. I Sogdiani, indigeni sciti della zona, erano noti per la loro tolleranza verso le religioni altrui. Il buddismo, il manicheismo, i nestoriani e i seguaci di Zoroastro avevano significative quantità di adepti e rimasero fra i principali attori del commercio sulla via della seta fino alle invasioni dei musulmani nell'VIII secolo.

Storia medioevale ed età moderna

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Un passo importante nella storia kirghisa fu l'avvento dei Turchi, nel IV secolo, che diedero il nome ai Kirghisi (da "kyrgyz", "rosso"), e nell'VIII, quando sopraggiunsero gli Arabi, e nell'840, quando arrivarono gli Uiguri. Di conseguenza i popoli kirghisi fin dall'età medievale furono incrocio di culture, religioni, tradizioni ed etnie differenti.

Nel 1207 la terra fu conquistata dall'Impero mongolo di Gengis Khan, per essere parte del Khanato Chagatai. Nel 1510 per il popolo kirghiso arrivò la libertà, ma provvisoria, poiché furono frequenti le invasioni di Calmucchi, Manciù e Uzbeki. Questo periodo di forte instabilità durò per tre secoli, sino all'Ottocento, quando il Kirghizistan entrò anche formalmente a essere parte dell'uzbeko Khanato di Kokand.

Età contemporanea

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Il Khanato fu occupato nel 1876 dall'Impero russo; iniziò così il lungo periodo egemonico russo sul Kirghizistan. I kirghisi tentarono parecchie insurrezioni, che durarono molto tempo, e molti emigrarono in Afghanistan, insofferenti al potere russo, o in Cina. La più forte ribellione avvenne nel 1916, repressa nel sangue.

La sovranità russa dunque continuò, e fu nel 1918 che iniziò l'era dei Soviet. Per il Kirghizistan iniziò un'età di scolarizzazione e alfabetizzazione di massa, e di forte industrializzazione connessa all'urbanizzazione del territorio, arido e selvaggio. Ciò continuò per tutto il Novecento, nonostante la forte repressione di movimenti contrari al regime, ma nacquero dei movimenti culturali clandestini. Contemporaneamente, iniziò un periodo di conflitto etnico con la minoranza uzbeka della regione di Oš.

Dal 1990 ad oggi

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I conflitti etnici non si fermarono nemmeno con l'indipendenza del Paese, nel 1990, in seguito allo scioglimento dell'URSS: nonostante la formale indipendenza, dal punto di vista economico vi era infatti ancora una stretta connessione con il governo di Mosca[9]. Venne eletto come primo Presidente Askar Akayev, che nel 1991 annunciò le dimissioni dal Partito Comunista dell'Unione Sovietica, e il 31 agosto 1991 l'indipendenza diventò completa. Scandali politici di corruzione colpirono il Paese nel 1993, e Akayev cambiò il governo, ma rimase Presidente, prolungando la durata della sua carica con un referendum ove ricevette il 96,2% dei voti positivi. Akayev formò un nuovo Parlamento nel 1995 e rimase al potere sino al 2005, quando dopo elezioni considerate non trasparenti anche dall'OSCE (la CSI ebbe opinione contraria) si dovette dimettere in seguito alle violente proteste contro il suo potere, considerato un regime corrotto e autoritario. Questa fu la cosiddetta rivoluzione dei tulipani.

Fu eletto nel luglio dello stesso anno Kurmanbek Bakiev con l'89% dei voti, con la speranza di un cambiamento per il Paese. Ma, per gli oppositori, la speranza fu vana: secondo i giudizi su di lui negativi egli non avrebbe mantenuto le promesse di dare più potere al Parlamento, di non limitare la libertà di manifestazione del pensiero e di opposizione, di estirpare la corruzione e di risolvere i problemi economici. Bakiev fu rieletto nel 2009 col 76,12% dei voti. Le elezioni non furono considerate trasparenti dall'OSCE, che le considerò macchiate da brogli, nonché circondate da un contesto tutto favorevole al presidente Bakiev, con un'informazione totalmente controllata a suo favore. Gli oppositori considerarono dunque Bakiev alla stregua di un semi-dittatore, e ciò portò a continue proteste, che arrivarono al culmine nell'aprile del 2010. Il 6 aprile grandi folle di oppositori si riversarono nelle strade, per chiedere le dimissioni del Presidente. Le proteste si fecero sempre più violente (almeno 75 furono i morti). I manifestanti occuparono la sede dei servizi segreti, e infine, la TV di Stato. Una donna, Roza Otunbaeva, a capo degli oppositori, divenne Presidente del Kirghizistan con un colpo di Stato, ad interim, con la promessa di nuove elezioni democratiche a fine anno, per riportare il Paese alla democrazia.

Ma le violenze non cessarono nemmeno dopo la fuga di Bakiev in Kazakistan, e si aprirono su altri fronti. Nel giugno 2010 nella città di Osh si arrivò, per l'instabilità anche politica del Paese, a un culmine di sanguinose violenze, che hanno rischiato di far sfociare il tutto in un vero e proprio conflitto civile, violenze etniche tra kirghisi e minoranza uzbeka. Ora[quando?] i profughi sono 200 000 con 191 decessi accertati, ma la Otumbaeva ha dichiarato che probabilmente i morti sono almeno 2 000, e ha chiesto l'aiuto russo e internazionale. Il 3 luglio 2010 Roza Otunbaeva ha giurato come Presidente della Repubblica e anche come Capo di governo; Nel 2011 la Otunbaeva non si è ripresentata alle elezioni spianando la strada a Almazbek Atanbayev. Ad oggi il Kirghizistan celebra il giorno dell'indipendenza il 31 agosto, anniversario della sua dichiarazione di indipendenza nel 1991. Dall'indipendenza, il Kirghizistan ha compiuto sviluppi come la creazione di mezzi di informazione veramente liberi e la promozione di un'opposizione politica attiva.[10] Alla fine dell'aprile 2021 un conflitto per l'acqua si è trasformato in uno dei più gravi scontri di confine tra il Kirghizistan e il Tagikistan dall'indipendenza nel 1991.[11][12] Nel settembre 2022, sono scoppiati scontri armati, compreso l'uso dell'artiglieria, lungo gran parte del confine tra Kirghizistan e Tagikistan.[13]

Geografia

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Kirghizistan.
 
Scorcio delle montagne Alatau
 
Una famiglia che vive in una iurta

Il Kirghizistan ha una superficie di circa 198500 km² (circa due terzi dell'Italia) di cui il 94% montuoso. L'altitudine media del paese è di 2750 m s.l.m. Circa il 40% della regione kirghisa supera i 3000 m e per tre quarti è coperta da nevi e ghiacci perenni.

La caratteristica morfologica principale è la catena del Tien Shan nella parte sud-orientale del paese. Le sue cime, il suggestivo gruppo del Kokshal-Tau, formano uno splendido confine naturale con la Cina che culmina nel Pik Pobedy (7439 m), il punto più alto del Kirghizistan nonché la seconda vetta della ex Unione Sovietica. La catena del Tien Shan, che taglia il paese a metà, e gli Alay del Pamir a sud formano una sorta di tenaglia intorno alla valle di Fergana.

In una grande insenatura al margine del Tien Shan si trova il lago Ysyk-Köl, profondo quasi 700 m, che non ghiaccia mai. Uno dei gioielli del patrimonio lacustre kirghiso è il piccolissimo Songköl, che si apre in una rientranza più piccola a sud-ovest. Le uniche zone di pianura di una certa rilevanza sono le valli del Chui e di Talas, adiacenti al Kazakistan. I fiumi principali sono il Naryn, che percorre quasi l'intera lunghezza del paese fino a confluire nel Syr-Darya nella valle di Fergana, e il Chui che scorre lungo il confine col Kazakistan. I fiumi Ak Shyrak, Inylchek e Sary Jaz, dal montagnoso sud-est del paese confluiscono nel bacino del Tarim, in Cina. Il Kyzyl-Suu, nell'estremo sud della repubblica, è l'unico corso d'acqua che alimenta le acque dell'Amu-Darya.

Ogni anno il Kirghizistan offre rifugio a migliaia di uccelli migratori, tra cui rare specie di gru e oche selvatiche. Si ritiene inoltre che il paese ospiti la seconda più nutrita popolazione al mondo di leopardo delle nevi, sebbene il numero degli esemplari stia rapidamente diminuendo. I laghi Issyk-Kul e Saryčelek sono riserve della biosfera dell'UNESCO.

Di notevole importanza paleontologica è la zona della formazione Madygen in cui sono stati ritrovati numerosi fossili di pesci e rettili, inconsueti per altre zone.

Popolazione

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Il paese ha una popolazione complessiva di 6 691 800 abitanti, con una densità media di 21 abitanti per km² (2021). Il 34% vive in centri urbani; le zone più popolate sono la valle di Fergana, nella parte sudoccidentale del paese, e la valle del fiume Ču, nel nord.

Popolazione del Kirghizistan per gruppo etnico 1926–2014
Gruppo
etnico
censimento 1926[14] censimento 1939[15] censimento 1959[16] censimento 1970[17] censimento 1979[18] censimento 1989[19] censimento 1999[20] censimento 2009[21] censimento 2013[20] censimento 2014[20]
Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero %
Kirghisi 661 171 66,6 754 323 51,7 836 831 40,5 1 284 773 43,8 1 687 382 47,9 2 229 663 52,4 3 128 147 64,9 3 804 788 71,0 4 099 433 72,3 4 193 850 72,6
Uzbeki 110 463 11,1 151 551 10,4 218 640 10,6 332 638 11,3 426 194 12,1 550 096 12,9 664 950 13,8 768 405 14,3 816 219 14,4 836 065 14,4
Russi 116 436 11,7 302 916 20,8 623 562 30,2 855 935 29,2 911 703 25,9 916 558 21,5 603 201 12,5 419 583 7,8 375 438 6,6 369 939 6,4
Dungani 6 004 0,6 5 921 0,4 11 088 0,5 19 837 0,7 26 661 0,8 36 928 0,9 51 766 1,1 58 409 1,1 62 966 1,1 64 565 1,1
Uiguri 7 540 0,8 9 412 0,6 13 757 0,7 24 872 0,8 29 817 0,8 36 779 0,9 46 944 1,0 48 543 0,9 51 389 0,9 52 456 0,9
Tagiki 2 667 0,3 10 670 0,7 15 221 0,7 21 927 0,7 23 209 0,7 33 518 0,8 42 636 0,9 46 105 0,9 49 046 0,8 50 174 0,8
Turchi 44 0,0 33 0,0 542 0,0 3 076 0,1 5 160 0,1 21 294 0,5 33 327 0,7 39 133 0,7 40 443 0,7 40 953 0,7
Kazaki 1 766 0,2 23 925 1,6 20 067 1,0 21 998 0,8 27 442 0,8 37 318 0,9 42 657 0,9 33 198 0,6 33 368 0,5 33 701 0,5
Tatari 4 902 0,5 20 017 1,4 56 209 2,7 68 827 2,3 71 744 2,0 70 068 1,6 45 438 0,9 31 424 0,6 28 334 0,5 28 059 0,4
Ucraini 64 128 6,5 137 299 9,4 137 031 6,6 120 081 4,1 109 324 3,1 108 027 2,5 50 442 1,0 21 924 0,4 15 527 0,2 14 485 0,2
Coreani 9 0,0 508 0,0 3 622 0,2 9 404 0,3 14 481 0,4 18 355 0,4 19 784 0,4 17 299 0,3 16 753 0,2 16 807 0,2
Azeri 3 631 0,4 7 724 0,5 10 428 0,5 12 536 0,4 17 207 0,5 15 775 0,4 14 014 0,3 17 267 0,3 18 516 0,3 18 946 0,3
Curdi - 1 490 0,1 4 783 0,2 7 974 0,3 9 544 0,3 14 262 0,3 11 620 0,2 13 171 0,3 - - - -
Tedeschi 4 291 0,4 11 741 0,8 39 915 1,9 89 834 3,1 101 057 2,9 101 309 2,4 21 471 0,4 9 487 0,2 8 645 0,1 8 563 0,1
Ceceni 1 0,0 7 0,0 25 208 1,2 3 391 0,1 2 654 0,1 2 873 0,1 2 612 0,1 1 875 0,0 1 737 0,0 1 719 0,0
Bielorussi 333 0,0 1 520 0,1 4 613 0,2 6 868 0,2 7 676 0,2 9 187 0,2 3 208 0,1 1 394 0,0 1 070 0,0 1 029 0,0
Ebrei 318 0,0 1 895 0,1 8 607 0,4 7 677 0,3 6 836 0,2 6 005 0,1 1 571 0,0 604 0,0 501 0,0 491 0,0
Altri 9 300 0,9 17 261 1,2 35 713 1,7 41 157 1,4 44 741 1,3 49 740 1,2 50 770 1,1 43 300 0,8 39 577 0,6 40 545 0,7
Totale 993 004 1 458 213 2 065 837 2 932 805 3 522 832 4 257 755 4 822 938 5 362 793 5 663 133 5 776 570
  Lo stesso argomento in dettaglio: Kirghisi.

I kirghisi costituiscono il 72,6% della popolazione (dati 2014), per il resto formata da uzbeki (14,4%), concentrati perlopiù nella valle di Fergana, russi (6,4%) che vivono principalmente nella capitale e in altri centri industriali, ucraini, tatari e tedeschi. Le tensioni fra uzbeki e kirghisi per la distribuzione di terre e case sfociò, nel 1990, in violenti scontri che causarono la morte di oltre 200 persone; nel 2010 altri scontri ne causarono ufficialmente 191, ma almeno 2000 secondo la presidente ad interim Roza Otunbaeva.

Religione

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Kirghizistan e Cristianesimo in Kirghizistan.

La religione maggioritaria è quella musulmana seguita da circa il 90% della popolazione. Circa il 7% della popolazione è di religione cristiana, di cui il 3% cristiana ortodossa, mentre altre religioni sono il 3% (soprattutto ebrei, buddisti e baha'i).[22]

Il Kirghizistan è una delle due ex repubbliche sovietiche dell'Asia Centrale (assieme al Kazakistan)[23] ad aver mantenuto il russo come lingua ufficiale dopo l'indipendenza, affiancandogli il kirghiso[1] - appartenente al gruppo delle lingue turche - il che rende il Kirghizistan un paese bilingue. Questa decisione fu un chiaro segnale di benvenuto nel nuovo paese indipendente per i russi etnici residenti, uno sforzo per ridurre l'inevitabile fuga di cervelli.

Il kirghiso appartiene al gruppo delle lingue turche e fino al XX secolo veniva scritto in alfabeto arabo. Nel 1928 si passò all'alfabeto latino, che ebbe vita breve, perché già nel 1941 fu rimpiazzato dal cirillico.

In generale, la popolazione capisce e parla il russo in tutto il paese, eccetto in alcune aree remote di montagna; il russo è la lingua madre della maggior parte degli abitanti di Biškek, e la maggior parte degli affari economici e politici sono condotti in questa lingua. Fino a poco tempo fa[non chiaro], il kirghiso era una lingua da parlare in ambito familiare e veniva usato di rado durante convegni o altri eventi ufficiali. Tuttavia oggi la maggior parte degli incontri parlamentari sono condotti in kirghiso, con traduzione simultanea per chi non conosce questa lingua.

A grandi linee si può affermare che il russo è predominante nel nord e nel nord-est, il kirghiso nel sud-est e l'uzbeko nel sud, nel sud-ovest e nelle zone di e Žalalabad.

Diritti umani

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti LGBT in Kirghizistan.

Ordinamento dello Stato

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Suddivisioni amministrative

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Regioni del Kirghizistan e Distretti del Kirghizistan.
 
Regioni del Kirghizistan

Il Kirghizistan è diviso in sette regioni (oblast'), con due città a statuto speciale, il cui status equivale a quello delle regioni (shaar); le regioni sono a loro volta suddivise in distretti.

Le 7 regioni sono Batken, Čuj, Naryn, , Talas, Ysyk-Köl e Žalalabad. Le due shaar sono la capitale Biškek e , rispettivamente le due città più grandi del Paese.

Enclavi ed exclavi

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Il Kirghizistan ha un'exclave, il minuscolo villaggio di Barak (627 abitanti) nella valle di Fergana, all'interno dell'Uzbekistan, situato tra Andijan e il confine uzbeko-kirghiso.

Viceversa sono presenti quattro enclavi uzbeche all'interno del territorio kirghiso: l'enclave di Sokh (popolata quasi interamente da tagiki) e quella di Shohimardon (a maggioranza uzbeki con circa il 10% di kirghisi). Le restanti due enclavi sono due piccolissimi territori: Chong-Kara (altresì chiamato Kalacha), sul fiume Sokh al confine con l'Uzbekistan e Jangail.

Sono presenti anche due enclavi appartenenti al Tagikistan: Vorukh (poco più di 100 km², con una popolazione stimata tra i 23 000 e i 29 000 abitanti, quasi esclusivamente tagiki, distribuiti in 17 villaggi), 45 chilometri a sud di Isfara sulla riva destra del fiume Karafshin e un piccolo insediamento nei pressi della stazione ferroviaria kirghisa di Kairagach.

Istruzione

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Istruzione in Kirghizistan.

Università

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L'Università Nazionale del Kirghizistan è stata fondata nel 1925[24].

Politica

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Stato federato all'URSS dal 1936, il Kirghizistan è diventato indipendente il 31 agosto 1991. In base alla costituzione promulgata nel 1993 e successivamente emendata nel 1994, nel 1996 e nel 2016, il Paese è una repubblica parlamentare unitaria. Il presidente può nominare e revocare il primo ministro e i membri del governo e quello di emanare leggi direttamente. L'esercizio del potere legislativo spetta, oltre che al Presidente e in base agli emendamenti costituzionali del 1994, a un parlamento bicamerale (Jogorku Kenesh) – formato dall'assemblea legislativa (camera alta composta da 35 membri esimi) e dall'Assemblea dei rappresentanti (camera bassa composta da 70 membri), che restano in carica per cinque anni.

Politica interna

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Il Paese è stato a lungo dominato dalla figura carismatica di Askar Akayev, il quale nel 2005 ha dovuto cedere il potere al leader dell'opposizione Kurmanbek Salieviç Bakiev in seguito alle violente proteste di piazza (cd. rivoluzione dei tulipani). Tuttavia, in base agli accordi raggiunti tra i due leader, Akayev ha ottenuto una nuova carica vitalizia ufficiale, quella di "Primo Presidente dei Kirghisi". Il nuovo presidente eletto Bakiev si era guadagnato la fiducia del popolo promettendo una riforma radicale dello stato: maggior democrazia, sviluppo economico, lotta alla corruzione. Di fatto le cose sono andate molto diversamente: Bakiev ha modificato più volte la costituzione accrescendo i propri poteri, ha chiuso le sedi di alcuni giornali non graditi ed ha fatto arrestare alcuni esponenti politici dell'opposizione; nel 2007 ha represso con violenza le proteste dell'opposizione, che lo accusava di corruzione e di aver ignorato le sue promesse del 2005. Per ultimo pare che la sua rielezione nel 2008 sia stata ottenuta con brogli elettorali.[25]. Bakiev ha inoltre avuto una progressiva sfiducia da parte della Russia di Putin per non aver fatto rimuovere come invece aveva detto, una base aerea americana a Manas nel territorio del Kirghizistan.

Nel marzo 2010 la leader dell'opposizione si recava a Mosca per chiedere appoggio al governo russo. Dopo averlo ottenuto è scoppiata una progressiva rivolta nella capitale. Il 7 aprile 2010 l'opposizione ha indetto una grande manifestazione di piazza aizzando il malcontento popolare. Violenti scontri di piazza nella capitale hanno portato alla fuga del presidente Bakiev e all'autoproclamazione di un nuovo governo ad interim della leader dell'opposizione Roza Otunbaeva. Il nuovo governo ha chiesto immediatamente aiuti umanitari alla Russia e il premier Putin ha subito accordato il suo appoggio al nuovo governo. L'ex presidente Bakiev rifugiatosi nella città di Osh rifiuta di riconoscere il nuovo governo, dichiarando che il suo governo è l'unico legittimato da una elezione democratica[26]. Bakiev successivamente sarà costretto all'esilio in Bielorussia, ma nella città di Osh nascerà un vero e proprio conflitto civile a sfondo etnico, che causerà da 191 vittime a dieci volte tanto questo numero[27].

Le elezioni di novembre 2011 sono state vinte da Almazbek Atambaev, leader del partito socialdemocratico e allora primo ministro. Atambayev ha prestato giuramento come presidente il 1º dicembre 2011 e Omurbek Babanov è stato nominato primo ministro.

Nell'ottobre 2020 il Paese è stato scosso da violente proteste quando i cittadini sono scesi in piazza, contestando i risultati delle elezioni parlamentari del 4 ottobre 2020 che avevano visto i due partiti vicini a Sooronbay Jeenbekov, l’attuale presidente, vincere la quasi totalità dei seggi.

Politica estera

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Il Kirghizistan è membro delle Nazioni Unite, dell'OCSE, del Fondo Monetario Internazionale, della Comunità degli Stati Indipendenti, del Consiglio Turco, dell'Organizzazione internazionale della cultura turca, dell'Organizzazione di cooperazione economica, dell'Organizzazione della cooperazione islamica, dell'Organizzazione mondiale del commercio, dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e dell'Organizzazione della cooperazione centro-asiatica.

Le controversie nella Valle Isfara ritardano il completamento della delimitazione del confine meridionale con il Tagikistan. Inoltre la delimitazione di circa 200 km di confine con l'Uzbekistan è ostacolata da gravi controversie tra i due paesi su enclavi e altre aree.

Economia

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Biškek

Durante il periodo sovietico l'economia del paese, basata tradizionalmente sull'agricoltura, ricevette forte impulso nel settore industriale, che attualmente occupa il 12% della forza lavoro e fornisce il 26,2% del PIL. Il settore più redditizio è quello estrattivo, favorito dalla presenza di vasti giacimenti di carbone, oro, antimonio e uranio, mentre l'industria manifatturiera è ancora limitata alla lavorazione di prodotti agricoli, come lana, carne e pelli. Nel 2012 il prodotto interno lordo del paese, a parità di potere d'acquisto, ammontava a 13,1 miliardi di dollari USA, pari a 2 351 dollari pro capite.

Nonostante la scoperta di alcuni giacimenti di gas naturale e petrolio nella valle di Fergana, il paese è tuttora dipendente dall'importazione di combustibili. I fiumi Naryn e Ču sono impiegati, sebbene non ancora al massimo del loro potenziale, per la produzione di energia idroelettrica.

L'agricoltura occupa il 52% della forza lavoro e, insieme all'allevamento di cavalli, pecore e bovini, costituisce una voce importante per l'economia della nazione (38,6% del PIL nel 2002). Gli estesi sistemi d'irrigazione permettono la coltivazione di cotone, cereali, riso, ortaggi, frutta, tabacco e barbabietole da zucchero.

Il paese, uno dei primi fra le ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale a intraprendere programmi di riforma, dopo l'indipendenza ha vissuto un periodo di stagnazione economica. Il PIL è sceso di circa il 25% nel 1992, con un calo proporzionalmente anche più ingente nella produzione di carbone e di gas. Il governo ha così ripiegato sulla definizione di piani produttivi di stile sovietico per far fronte alla crisi nel settore energetico. Le conflittualità etniche hanno rallentato la privatizzazione delle terre, ma un compromesso legislativo sulla loro distribuzione è stato comunque raggiunto.

È stata inoltre introdotta una riforma monetaria nell'ambito della quale la banca centrale è stata resa indipendente dal controllo parlamentare e governativo, e ciò ha permesso al Kirghizistan di diventare la prima delle ex repubbliche sovietiche a coniare, nel 1993, una propria moneta (il som kirghiso), violando però le regole stabilite dalla CSI e incontrando l'opposizione da parte di numerosi stati vicini. Nel gennaio del 1994 il Paese ha formato con il Kazakistan e l'Uzbekistan un'area di libero scambio commerciale.

I fiumi del Kirghizistan offrono un vasto potenziale nel settore dell'energia idroelettrica, sebbene oggi coprano soltanto il 25% del fabbisogno nazionale, e l'espansione degli impianti già esistenti, così come la creazione di nuove centrali, non mancheranno di far emergere importanti questioni ambientali. Le riserve kirghise di acqua dolce, intrappolate sotto forma di ghiacciai, restano oggi la più grande risorsa naturale del paese.

Trasporti

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Kirghizistan.

Ambiente

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L'uranio destinato alla macchina militare nucleare sovietica veniva estratto in Kirghizistan (che per questo si era guadagnato il titolo di «fortezza atomica del Tian Shan») e almeno 50 siti minerari abbandonati nel solo Kirghizistan potrebbero diffondere materiale radioattivo o contaminare le falde acquifere circostanti.

Nel 1998 quasi due tonnellate di cianuro di sodio destinate alla miniera d'oro kirghisa di Kumtor si sono incidentalmente riversate nel fiume Barskoön e, di conseguenza, nelle acque dell'Ysyk-Köl.

Cultura

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Letteratura

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Lo scrittore Čyngyz Ajtmatov.

Il capolavoro della letteratura popolare kirghisa è l'epica del Manas, nome di un leggendario condottiero kirghiso che guida il suo popolo nelle guerre contro i mongoli calmucchi. L'opera ebbe per secoli una tradizione essenzialmente orale, in alcune versioni raggiunge i 400 000 versi e, fatto più sorprendente, ha continuato a venire recitata, mimata e ampliata da aedi specializzati (detti akyn) almeno da cinque secoli a questa parte, venendo parzialmente trascritta e studiata solo a partire dal XIX secolo.

Nell'Ottocento abbiamo anche akyn che compongono o raccolgono e cantano saghe di tono filosofico o politico (anti-zarista) come ad esempio Toktogul Satylganov, Barpy Alikulov, Togolok Moldo, tutti personaggi che godettero di grande popolarità e in generale cominciarono a trascrivere le proprie composizioni solo dopo la Rivoluzione d'ottobre.

Una letteratura kirghisa colta si sviluppa soprattutto a partire dall'era sovietica allorché la lingua adottò l'alfabeto cirillico. Negli anni Trenta vengono introdotti il dramma e la novella su modelli europei, e si comincia a tradurre molto dal francese e dal russo; diversi scrittori si esprimono in russo o sono comunque bilingui. A livello estetico e tematico, la letteratura kirghisa di epoca sovietica si sintonizza ampiamente con i dettami del "realismo socialista" e l'estetica delle "forme nazionali" dell'arte. Tra gli autori emerge soprattutto Čyngyz Ajtmatov, già ministro del governo Gorbačëv e ambasciatore del Kirghizistan a Bruxelles, ha avuto diverse onorificenze straniere affermandosi sul piano internazionale con il racconto Jamila e con i romanzi Il battello bianco (1970) e Patibolo (il quale ultimo, riprende un po' il tema de Il maestro e Margherita di Bulgakov). Con la recentemente riacquistata indipendenza, dopo la caduta dell'URSS, si sono messe in moto altre complesse dinamiche di distanziamento dalla cultura russa e di contemporaneo rinsaldamento del legame con la tradizione islamica da un lato, e con il patrimonio folcloristico-culturale panturco dall'altro.

Da ricordare infine che esistono nel Paese altre tradizioni letterarie legate alle due minoranze più importanti: russa e uzbeka.

Il poeta italiano Giacomo Leopardi si richiamò a tradizioni dei pastori kirghisi nel comporre il Canto notturno di un pastore errante dell'Asia.

Nel panorama musicale kirghiso possiamo ricordare il compositore Abdylas Maldybaev e Toktogul Satılgan, noto cantante folkloristico.

Patrimoni dell'umanità

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Patrimoni dell'umanità del Kirghizistan.

Alcuni siti del Kirghizistan sono stati iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Missioni spaziali

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Tradizioni

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Ricorrenze nazionali

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Data Nome Significato
9 maggio Giorno della vittoria (Жеңиш күнү

День Победы)

Celebra la vittoria sovietica sul nazismo
31 agosto Giorno dell'indipendenza (Кыргыз Республикасынын Эгемендүүлүк күнү

День независимости)

Celebra l'indipendenza della Repubblica del Kirghizistan dall'URSS nel 1991

Gastronomia

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina kirghisa.

La cucina kirghisa può essere collocata nell'ambito della cucina dell'Asia centrale.

Lo sport nazionale è il Kok boru anche chiamato Buzkashi, è un gioco equestre simile al polo in cui i partecipanti, ovvero i cavalieri delle due squadre formate da 4 giocatori, 2 attaccanti e 2 difensori, si scontrano usando la carcassa di una capra morta come palla per fare punti nelle 4 porte chiamate Tai kazan poste alle estremità di un campo di 200 metri di lunghezza per 70 metri di larghezza. Le partite sono formate da 3 tempi da 20 minuti.

Sorta in seguito allo scioglimento dell'URSS, la nazionale di calcio del Kirghizistan ha come suo capocannoniere Anton Zemljanuchin con 13 reti.

Giochi olimpici

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Kirghizistan ai Giochi olimpici.

Il Kirghizistan ha vinto la sua prima medaglia olimpica nel judo con Aidyn Smağulov, medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Sydney 2000.

Riguardo alla lotta da ricordare l'importante affermazione di Aisuluu Tynybekova, due volte oro mondiale nel 2019 e nel 2021.

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Bibliografia

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  • A. Bombaci, La letteratura turca, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano 1969
  • G. Scarcia, Storia della letteratura turca, Fratelli Fabbri, Milano 1971
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  • Manas. L'epopea del popolo della steppa, a cura di A. Alberti e B. Nasserdinova, Oscar Mondadori, Milano 1997
  • C. Aitmatov, La melodia della terra, Marcos y Marcos, Milano 2006 (tr. it. del racconto Jamila)
  • C. Aitmatov, Il battello bianco, Marcos y Marcos, Milano 2007
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  • S. Agosti, "Lettere dalla Kirghisia, due anni dopo", Rizzoli, 2007

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Collegamenti esterni

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