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Perito industriale

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Il perito industriale (abbreviato Per. Ind.), nella legislazione italiana, è un professionista operante, nell'ambito delle proprie competenze e specializzazioni, nei settori di ingegneria industriale, ingegneria civile e settore terziario.

La professione di perito industriale è regolamentata dalla legge ed in seguito all’entrata in vigore della legge 89/16 (disposizioni in materia di ordinamento professionale), il titolo di perito industriale spetta a coloro che hanno conseguito la laurea di cui all’articolo 55, comma 1, del regolamento di cui al DPR 328/2001.

L'ordine professionale è organizzato in ordini provinciali che fanno capo al consiglio nazionale, con sede a Roma.

Un diploma di abilitazione professionale rilasciato con il superamento dell'esame di Stato. Nel caso specifico, la specializzazione è in elettrotecnica industriale.

Il termine "perito" deriva dal latino peritus, ovvero esperto, abile, e sta ad indicare chi possiede una conoscenza pratica di determinate materie.[1][2] Il termine "industriale" deriva da industria, di derivazione latina, che in origine voleva dire "operosità", "inventiva", per poi passare ad indicare il sistema preposto alla produzione di beni materiali e servizi su larga scala, caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine.[3][4]

La figura di perito industriale compare in Italia per la prima volta con la legge di riordino dell'istruzione professionale del 1912[5], che menziona il "diploma di perito industriale", rilasciato dalle scuole di terzo grado di carattere industriale e che permetteva l'iscrizione all'albo dei periti tecnici dei tribunali.[6] La professione nasce nel 1923 con la "Legge per la tutela del titolo e dell'esercizio professionale degli ingegneri e degli architetti", con la quale si istituiscono gli albi provinciali per i periti agrimensori (geometri) e per le altre categorie dei periti tecnici (periti industriali).[7] L'albo speciale venne istituito nel 1929 con il regio decreto 275/1929 "Regolamento per la professione di perito industriale".[8]

La legge del 15 giugno 1931, n. 889 ("Riordinamento dell'istruzione media tecnica")[9] precisa gli indirizzi specializzati della sezione industriale del corso superiore dell'istituto tecnico (meccanici elettricisti, minerari, tessili e tintori, edili, chimici, radiotecnici) e le materie di studio comuni a tutte le specializzazioni (italiano, storia, lingua straniera, matematica, meccanica, macchine, chimica, scienze naturali, geografia, fisica, elementi di diritto industriale, disegno e religione), oltre alle materie specifiche delle diverse specializzazioni:

  • nella sezione a indirizzo specializzato per "meccanici elettricisti": elettrotecnica, tecnologia meccanica;
  • nella sezione a indirizzo specializzato per "minerari": geometria descrittiva, disegno relativo, mineralogia, topografia, costruzioni, elettrotecnica, arte mineraria, preparazione meccanica dei minerali, igiene, pronto soccorso;
  • nella sezione a indirizzo specializzato per "tessili e tintori": chimica analitica, chimica tessile, chimica tintoria, apprettatura, disegno ornamentale tessile, tecnologia del telaio meccanico e delle macchine di preparazione, composizione, analisi, disegno e fabbricazione dei tessuti, filatura, elettrotecnica;
  • nella sezione a indirizzo specializzato per "edili": impianto ed organizzazione del cantiere e tecnologia delle costruzioni, resistenza dei materiali, costruzioni edili stradali ed idrauliche, disegno di costruzioni, disegno di proiezioni e forme architettoniche, topografia e disegno relativo, estimo, elettrotecnica;
  • nella sezione a indirizzo specializzato per "chimici": fisico-chimica, elettrochimica, analisi chimica generale, analisi tecniche, chimica industriale e tintoria, impianti chimici, disegno relativo;
  • nella sezione a indirizzo specializzato per "radiotecnici": tecnologia meccanica, elettrotecnica, telegrafia, telefonia, strumenti ed esercitazioni di misura, misure radio-elettriche, radiotecnica generale, montaggio di apparecchi radiotecnici, legislazione a norme per la radiotecnica.

La disciplina della professione venne riordinata in seguito dalla legge 2 febbraio 1990, n. 17 e dal decreto legge 29 marzo 2016, n. 42, convertito in legge 26 maggio 2016, n. 89.

Descrizione generale

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La formazione

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Il titolo, ai sensi della legge 89/2016 si consegue al completamento di un corso di laurea triennale tra quelli di cui all’articolo 55, comma 1, del regolamento di cui al DPR 328/2001. Precedentemente, ai sensi della legge 2 febbraio 1990, n. 17, il titolo si otteneva col conseguimento di diploma rilasciato da un tecnico industriale (ITI) statale, paritario o legalmente riconosciuto.[10] Il perito industriale iscritto all'albo ha inoltre l'obbligo di curare il proprio aggiornamento professionale attraverso un'attività di formazione continua secondo il D.P.R. n. 137 del 7 agosto 2012 e successive modifiche. Per utilizzare il titolo professionale occorre il superamento dell'esame di stato e l'iscrizione all'albo professionale secondo le innovazioni apportate dalla legge 1990 dal decreto legge 29 marzo 2016, n. 42 - convertito con legge 26 maggio 2016, n. 89.[11]

La preparazione del perito industriale nell'ambito delle materie ingegneristiche può associarsi a una specializzazione in un particolare settore dell'industria. Il perito industriale, nell'ambito delle proprie competenze, può svolgere funzioni di coordinamento, direttive, esecutive, progettazione,[8] collaudo e ulteriori funzioni a seguito di successive abilitazioni conseguite previste dalla legge.

Le specializzazioni previste nel triennio sono le seguenti:[12]

La libera professione

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La professione è riservata agli iscritti all'ordine professionale; ai sensi della legge 26 maggio 2016, n. 89 l'accesso alla professione, previo superamento di un esame di stato, è riservato a chi sia in possesso di laurea triennale conseguita in specifiche classi[13] oppure, in via transitoria fino al 2024, ai diplomati degli istituti tecnici industriali che abbiano svolto un praticantato di 18 mesi.[14]

Per essere iscritto nell'albo dei periti industriali secondo la legge n. 89/2016, art. 1-septies , commi 1 e 2, è necessario:

  • essere cittadino italiano o di uno stato membro dell'Unione europea, ovvero italiano non appartenente alla Repubblica, oppure cittadino di uno Stato con il quale esista trattamento di reciprocità;
  • godere il pieno esercizio dei diritti civili;
  • essere di ineccepibile condotta morale;
  • avere la residenza anagrafica nella circoscrizione del collegio presso il quale l'iscrizione è richiesta;
  • essere in possesso della laurea di cui all'articolo 55, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328 ;
  • avere conseguito l'abilitazione professionale all'esercizio della libera professione, subordinato al superamento di un apposito esame di Stato disciplinato della legge 8 dicembre 1956, n. 1378 e successive modifiche.

Competenze professionali

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Spettano ai periti industriali, per ciascuno nel limiti delle rispettive specialità di meccanico, elettrotecnico, edile, tessile, chimico, minerario, navale e altre analoghe, le funzioni esecutive per i lavori alle medesime inerenti. Possono inoltre essere adempiute:[8]

  • dai periti industriali di qualsiasi specialità, per ciascuno entro i limiti delle medesime, mansioni direttive nel funzionamento industriale delle aziende pertinenti alle specialità stesse;
  • dai periti industriali con specializzazione in edilizia, anche la progettazione e direzione di modeste costruzioni civili, senza pregiudizio di quanto è disposto da speciali norme legislative nonché la misura, contabilità e liquidazione dei lavori di costruzione;
  • dai periti industriali con specializzazione navale, anche la progettazione e direzione di quelle costruzioni navali alle quali sono abilitati dal titolo in base a cui conseguirono l'iscrizione nell'albo dei periti industriali;
  • ai periti industriali con le specializzazioni in meccanica, elettrotecnica e affini, la progettazione, la direzione e l'estimo delle costruzioni di quelle semplici macchine e installazioni meccaniche o elettriche, le quali non richiedono la conoscenza del calcolo infinitesimale.

Sbocchi professionali

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Il perito industriale trova impiego anche come professionista dipendente iscritto all'albo in molte realtà lavorative, sia nel settore privato che nel pubblico impiego. In quest'ultimo ambito si pensi a realtà come ospedali, comuni, enti pubblici sempre più moderni e strutturati in uffici tecnici o dipartimenti di area tecnica, suddivisi in unità operative. Trova impiego anche nelle forze armate, ad esempio aeronautica militare o genio aeronautico. Il perito industriale nell'ambito del pubblico impiego è un professionista dipendente (codice degli appalti pubblici D.Lgs. n. 163/2006, art. 90 comma 4 e successive modifiche).

Nella libera professione e come professionista dipendente iscritto all'albo è tenuto a rispettare il codice deontologico.

Normativa di riferimento

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Disciplina, competenze ed attività regolamentate

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  • Regio decreto 11 febbraio 1929, n. 275 - Regolamento per la professione di perito industriale
  • Legge 25 aprile 1938, n. 897 - Norme sulla obbligatorietà dell'iscrizione negli albi professionali e sulle funzioni relative alla custodia degli albi
  • Legge 23 novembre 1939, n. 1815 - Disciplina giuridica degli studi di assistenza e di consulenza
  • Decreto legislativo luogotenenziale 23 novembre 1944, n. 382 - Norme sui Consigli degli ordini e collegi e sulle Commissioni interne professionali
  • Decreto ministeriale 1º ottobre 1948 - Approvazione del regolamento per la trattazione dei ricorsi dinanzi al Consiglio Nazionale dei Periti Industriali
  • Legge 10 giugno 1978, n. 292 - Esazione dei contributi per il funzionamento dei consigli degli ordini e dei collegi professionali
  • Legge 2 febbraio 1990, n.17 - Modifiche all'ordinamento professionale dei Periti Industriali
  • Decreto ministeriale 29 dicembre 1991, n.445 - Regolamento per lo svolgimento degli esami di Stato per l'abilitazione all'esercizio della libera professione di perito industriale
  • Delibera del Consiglio nazionale dei periti industriali (CNPI) del 24 maggio 1990, ai sensi dell'art. 2 comma 5 della legge 2 febbraio 1990, n. 17 - Direttiva per la disciplina delle modalità di iscrizione e di svolgimento del praticantato, nonché sulla tenuta dei relativi registri
  • Delibera del CNPI del 24 maggio 1990, ai sensi dell'art. 2 comma 5 della legge 2 febbraio 1990, n. 17 attualmente aggiornata con delibera del 2 febbraio 1996 n.122/18 - Direttiva per la disciplina delle modalità di iscrizione e di svolgimento del praticantato, nonché sulla tenuta dei relativi registri
  • Delibera del CNPI del 24 maggio 1995 - Norme di deontologia professionale dei Periti Industriali
  • Decreto ministeriale 29 dicembre 2000, n.447 - Regolamento concernente integrazione al Decreto del Ministro della Pubblica Istruzione 29 dicembre 1991, n.445
  • Decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 2001, n. 328 - Modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti per l'ammissione all'esame di Stato e delle relative prove per l'esercizio di talune professioni, nonché della disciplina dei relativi ordinamenti
  • Delibera del CNPI del 23 novembre 2005, n. 183/18 - Profili dei Periti Informatici
  • Legge 24 marzo 2012, n. 27 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività
  • Testo coordinato della L.17/90 con la L. 89/16 - Modifiche all'ordinamento professionale dei Periti Industriali.

Oltre alle funzioni stabilite dall'articolo 16 del regio decreto-legge n. 275 dell'11 febbraio 1929, spettano al perito industriale le funzioni attribuite dalle seguenti leggi:

  • Regio decreto n. 1368 del 1941 - Funzione di consulenti tecnici del giudice;
  • Legge n. 1220 del 4 novembre 1951 - Competenze per i frazionamenti catastali;
  • Decreto del Presidente della Repubblica n. 645 del 29 gennaio 1958 e circolare ministeriale n. 35 del 9 luglio 1968 - Funzioni di assistenza e rappresentanza in materia tributaria;
  • Decreto del Presidente della Repubblica n. 1288 del 24 ottobre 1967 - Competenze per la progettazione degli impianti termici;
  • Decreto ministeriale del 27 agosto 1969 - Competenze per la progettazione e la direzione dei lavori riguardanti gli impianti e l'esercizio delle sciovie in servizio pubblico;
  • Legge n.373/34 del 1976 - Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici.
  • Decreto ministeriale del 25 marzo 1985 - Procedure e requisiti per l'autorizzazione e l'iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell'interno di cui alla legge 7 dicembre 1984, n. 818.

Disposizioni sulle tariffe professionali

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  • Legge 12 marzo 1957, n. 146 - Tariffa professionale
  • Legge 7 marzo 1967, n. 118 - Modifiche alle tariffe professionali
  • Decreto ministeriale 30 ottobre 1969 - Approvazione delle tariffe professionali
  • Decreto ministeriale 6 luglio 1973 - Approvazione delle tariffe professionali
  • Decreto ministeriale 26 febbraio 1977 - Aggiornamento della tariffa degli onorari
  • Decreto ministeriale 15 gennaio 1981 - Aggiornamento della tariffa degli onorari
  • Decreto ministeriale 14 aprile 1987 - Approvazione delle tariffe professionali
  • Decreto ministeriale 28 febbraio 1994, n. 250 - Aggiornamento tariffa degli onorari
  • Decreto ministeriale 3 settembre 1997, n. 482 - Adeguamento dei compensi
  • Decreto del Ministero di Giustizia 4 aprile 2001
  • Delibera CNPI n. 185/18 del 23 novembre 2005 - Proposte per onorari a discrezione (operante nei collegi che lo hanno recepito)

La figura nell'Unione europea

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A livello europeo la figura del perito industriale (a seguito dell'armonizzazione delle professioni europee) è stata inserita nella categoria dell'Industrial engineer[15](trad. ingegnere industriale), livello di qualifica PS3, che prevede un diploma di istruzione post-secondaria di durata 3-4 anni (laurea triennale).[16] Inoltre, con riferimento alle varie specializzazioni, le denominazioni in lingua inglese presenti sul sito della Commissione europea sono:

  • Perito industriale in costruzioni ambiente e territorio: Construction environment and territory Industrial Engineer[17]
  • Perito industriale in impiantistica elettrica ed automazione: Electric and Automation Industrial Engineer[18]
  • Perito industriale in meccanica ed efficienza energetica: Mechanical and Energetic Efficiency Industrial Engineer[19]
  • Perito industriale chimico: Chemical Industrial Engineer[20]
  • Perito industriale informatico: Informatics Industrial Engineer[21]
  • Perito industriale in prevenzione e igiene ambientale: Prevention and Environment Hygiene Industrial Engineer[22]
  1. ^ P. O. Pianigiani, Perito, su Francesco Bonomi (a cura di), etimo.it, Versione digitalizzata del "Vocabolario etimologico della lingua italiana", 1907. URL consultato il 25 gennaio 2017.
  2. ^ perito, su garzantilinguistica.it.
  3. ^ [1]
  4. ^ P. O. Pianigiani, Industria, su Francesco Bonomi (a cura di), etimo.it, versione digitale del "Vocabolario etimologico della lingua italiana", 1907. URL consultato il 25 gennaio 2017.
  5. ^ Legge n.854 del 14 luglio 1912, articolo 3.
  6. ^ Art. 3, Legge n. 854/1912:«Ai licenziati delle scuole di 3º grado di carattere industriale è rilasciato il diploma di perito industriale»
  7. ^ Legge n.1395 del 24 giugno 1923, articolo 7, seconda parte: "Saranno pure formati in ogni provincia dalle autorità indicate all'articolo 11, albi speciali per i periti agrimensori (geometri) e per le altre categorie dei periti tecnici (perito industriale)".
  8. ^ a b c Regio decreto n. 275 dell'11 febbraio 1929, articolo 16 (PDF). Accesso 24-01-2017.
  9. ^ Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 17 luglio 1931, art.9; art.12
  10. ^ Istruzione.it, Nuove normative diploma istituti tecnici (ZIP), su istruzione.it, 29 gennaio 2015.
    «Nuovo titolo ottenuto post diploma: DIPLOMATO DI ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGICO»
  11. ^ Testo coordinato L.17/90 con L.89/16, su periti-industriali.com.
  12. ^ MIUR - Scuola e famiglia - Ordini: corsi e indirizzi
  13. ^ Le classi di laurea sono stabilite dal D.P.R. n. 328/2001, art. 55, co. 2, lett. d):
    • Classe 4: "Scienze dell'architettura e dell'ingegneria civile"
    • Classe 7: "Urbanistica e scienze della pianificazione territoriali ed ambientale"
    • Classe 8: "Ingegneria civile e ambientale"
    • Classe 9: "Ingegneria dell'informazione"
    • Classe 10: "Ingegneria industriale"
    • Classe 16: Scienze della terra"
    • Classe 20: "Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali"
    • Classe 21: "Scienze e tecnologie chimiche"
    • Classe 23: "Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda"
    • Classe 25: "Scienze e tecnologie fisiche"
    • Classe 26: "Scienze e tecnologie informatiche"
    • Classe 42: "Disegno industriale"
  14. ^ In quanto svolge una professione di tipo intellettuale - art. 2229 del codice civile - regolamentata dalla direttiva europea 2001/19/CE, recepita con D. Lgs. 8 luglio 2003, n. 277 - pubbl. in Gazz. Uff. n. 239 del 14 ottobre 2003 – S.O. n. 161.
  15. ^ Regulated Professions Database, su ec.europa.eu.
  16. ^ Direttiva europea 2005/36/EC, art. 11 lett. d) così come riportato nel Regulated Professions Database della Commissione europea.
  17. ^ Perito industriale in costruzioni ambiente e territorio, su ec.europa.eu.
  18. ^ Perito industriale in impiantistica elettrica ed automazione, su ec.europa.eu.
  19. ^ Perito industriale in meccanica ed efficienza energetica, su ec.europa.eu.
  20. ^ perito industriale chimico, su ec.europa.eu.
  21. ^ perito industriale informatico, su ec.europa.eu.
  22. ^ Regulated Professions Database, su ec.europa.eu.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàThesaurus BNCF 50511 · BNE (ESXX540596 (data)