Vai al contenuto

Arcidiocesi di Lanciano-Ortona

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Arcidiocesi di Lanciano-Ortona
Archidioecesis Lancianensis-Ortonensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Chieti-Vasto
Regione ecclesiasticaAbruzzo-Molise
 
Mappa della diocesi
 
ArcivescovoEmidio Cipollone
Vicario generaleAngelo Giordano
Arcivescovi emeritiCarlo Ghidelli
Presbiteri72, di cui 45 secolari e 27 regolari
1.149 battezzati per presbitero
Religiosi29 uomini, 95 donne
Diaconi8 permanenti
 
Abitanti86.840
Battezzati82.780 (95,3% del totale)
StatoItalia
Superficie305,63 km²
Parrocchie42
 
Erezione27 giugno 1515 (Lanciano)
VI secolo (Ortona)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleMadonna del Ponte
ConcattedraleSan Tommaso Apostolo
Santi patroniMadonna del Ponte
San Tommaso Apostolo
IndirizzoVia Gennaro Finamore 30, 66034 Lanciano (CH), Italia
Sito webwww.diocesilanciano.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona.
La chiesa di San Francesco, dove sono conservate le reliquie del miracolo eucaristico di Lanciano.

L'arcidiocesi di Lanciano-Ortona (in latino Archidioecesis Lancianensis-Ortonensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Chieti-Vasto appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise. Nel 2021 contava 82.780 battezzati su 86.840 abitanti. È retta dall'arcivescovo Emidio Cipollone.

Ne sono patroni la Vergine (per Lanciano), invocata con il titolo di "Madonna del Ponte" (commemorata il 16 settembre), e l'apostolo Tommaso (per Ortona), di cui si custodiscono le reliquie dal XIII secolo, celebrato la I domenica di maggio (festa del Perdono) e il 3 luglio.

L'arcidiocesi di Lanciano-Ortona occupa la parte centro-orientale della provincia di Chieti e comprende i comuni di Ari, Arielli, Canosa Sannita, Castel Frentano, Crecchio, Frisa, Lanciano, Mozzagrogna, Ortona, Poggiofiorito, San Vito Chietino (in parte)[1], Santa Maria Imbaro, Tollo e Treglio.

Sede arcivescovile è la città di Lanciano, dove si trova la cattedrale della Madonna del Ponte. A Ortona sorge la concattedrale di San Tommaso Apostolo. Tra gli edifici più importanti dell'arcidiocesi è la chiesa di San Francesco, dove sono conservate le reliquie del miracolo eucaristico di Lanciano.

Il territorio si estende su 305,63 km² ed è suddiviso in 42 parrocchie.

L'attuale arcidiocesi nasce nel 1986 dall'unione di due precedenti sedi: quella di Ortona, documentata a partire dalla fine del VI secolo e restaurata nel 1570; e la sede di Lanciano, eretta nel 1515.

Su istanza della cittadinanza lancianese, soprattutto dei notabile e del clero locale, che mal sopportava la sottomissione ecclesiastica a Chieti, già nel 1499 papa Alessandro VI aveva reso indipendente l'arcipretura di Lanciano rendendola immediatamente soggetta alla Santa Sede; essa era retta dall'arciprete di Santa Maria maggiore, che era anche contestualmente vicario generale della diocesi di Chieti.[2]

Tuttavia l'esenzione non fu sufficiente. Così il 27 giugno[3] 1515 papa Leone X eresse la diocesi di Lanciano, ricavandone il territorio dalla diocesi di Chieti; la diocesi, in origine immediatamente soggetta alla Santa Sede, venne resa da papa Clemente VII suffraganea di Chieti quando quest'ultima fu elevata a sede metropolitana il 1º giugno 1526.

La nuova sottomissione ecclesiastica imposta dall'appartenenza alla provincia ecclesiastica di Chieti, suscitò nuove polemiche, dispute e dissidi. Così, su istanza del vescovo Leonardo Marini, il 9 gennaio 1561[4] papa Pio IV con la bolla Super universas elevò Lanciano alla dignità metropolitana senza suffraganee e la sottrasse alla giurisdizione dell'arcidiocesi teatina.

I vescovi di Lanciano occuparono posti di prim'ordine nel governo della Chiesa o dello Stato Pontificio: Leonardo Marini fu nunzio apostolico presso l'imperatore Carlo V; il cardinale Egidio Canisio fu nunzio e legato pontificio in Spagna, nella repubblica di Venezia e nel regno di Napoli; Mario Bolognini fu governatore di Ancona. Il vescovo Francisco Romero istituì nel 1619 il seminario diocesano, che fu dotato di copiose rendite dai suoi successori Andrea Gervasi e Francesco Antonio Carafa.

«Vanno segnalati tra i vescovi più illustri, il pio Paolo Tasso (1588-1607) morto in concetto di santità; l'illuminato, austero e dotto Antonio Ludovico Antinori (1745-1754), a tutt'oggi il più autorevole storiografo della diocesi e dell'intera regione; il saggio Francesco Maria Petrarca (1872-1895) che a buon diritto può esser considerato il fondatore della biblioteca diocesana per il copioso patrimonio librario lasciato in eredità; il "santo" Pietro Tesauri (1939-1945) morto in estrema povertà, benemerito per la sua attività filantropica e per avere, nell'ottobre 1943, salvato dalla repressione la città insorta contro le angherie naziste.»[5]

La sede vescovile di Ortona è di origini antiche. Tre sono i vescovi noti dell'antichità. Due di essi, Blando e Calunnioso, appaiono nelle lettere di Gregorio Magno della fine del VI secolo. Un altro vescovo, Viatore, partecipò ad un concilio lateranense del 649 indetto da papa Martino I contro il monotelismo. Pietro, che Cappelletti e Gams chiamano Giovanni, è indicato da D'Avino tra i partecipanti al concilio di Altheim del 916 come legato pontificio; in realtà questo vescovo non appartiene alla diocesi di Ortona, ma a quella di Orte.[6]

In seguito della diocesi non si conosce più nulla fino a quando venne restaurata da papa Pio V il 20 ottobre[7] 1570 come suffraganea di Chieti e con territorio smembrato da quello dell'arcidiocesi lancianese.

Fu dichiarata cattedrale della nuova diocesi la basilica di San Tommaso Apostolo. La primitiva chiesa, distrutta dai Normanni nel 1060, venne ricostruita e dedicata il 10 novembre 1127 a Santa Maria degli Angeli. Dal 1258 custodiva le reliquie di san Tommaso apostolo, che divenne ben presto il titolare dell'edificio sacro. Danneggiata più volte, è stata ricostruita dopo i bombardamenti del 1943.

Il 12 maggio 1600[8] ad Ortona venne unita aeque principaliter la neoeretta diocesi di Campli la quale, benché distante e non contigua a quella ortonese, era, come Ortona, dominio farnesiano in Abruzzo.

Tra i vescovi di Ortona e Campli si ricorda in modo particolare il teatino Giovanni Vespoli-Casanatte (1675-1716), che istituì il seminario diocesano, visitò più volte le due diocesi ed in entrambe celebrò i sinodi diocesani, secondo le direttive del concilio di Trento; a lui si deve inoltre il restauro della cattedrale di Ortona e della sua cupola, danneggiati durante un terremoto. Da segnalare anche il vescovo Domenico de Dominicis (1766-1791), «prelato insigne per santità di costumi e per dottrina»[9], che si impegnò in particolare a favore del seminario e nella ricostruzione del palazzo vescovile.

In seguito al concordato del 1818 tra papa Pio VII e Ferdinando I delle Due Sicilie, in forza della bolla De utiliori del 27 giugno 1818 le diocesi di Ortona e di Campli furono soppresse per deficienza di rendite: Campli e il suo distretto vennero accorpate alla diocesi di Teramo, mentre Ortona fu annessa a Lanciano.

Lanciano-Ortona

[modifica | modifica wikitesto]
Il palazzo arcivescovile di Lanciano, sede del museo diocesano, della biblioteca e dell'archivio storico diocesano.

La diocesi di Ortona venne nuovamente ripristinata il 19 febbraio 1834 con la bolla Ecclesiarum omnium di papa Gregorio XVI e affidata, in regime di amministrazione perpetua, all'arcivescovo di Lanciano. La bolla inoltre assegnava alla diocesi il territorio che già le apparteneva prima della soppressione del 1818, ossia i comuni di Ortona, Caldari[10], Canosa, Crecchio, Tollo e Treglio.[11]

L'amministrazione ebbe termine il 24 novembre 1945[12] quando la Santa Sede stabilì l'unione delle due diocesi; Gioacchino Di Leo è stato il primo prelato a portare il doppio titolo di "arcivescovo di Lanciano e vescovo di Ortona".[13]

Il 31 luglio 1950, con la lettera apostolica Caelorum Reginae, papa Pio XII proclamò la Beata Maria Vergine dei Miracoli, venerata nel santuario di Casalbordino nella diocesi di Vasto, patrona principale della diocesi di Ortona.[14]

Nel 1956, a motivo della non contiguità con il resto del territorio diocesano, il comune di Treglio fu ceduto dalla diocesi di Ortona a quella di Lanciano.[15]

Con la bolla Fructuosae ecclesiae del 2 marzo 1982 Lanciano perse la dignità metropolitica, pur mantenendo il titolo di arcidiocesi, e assieme alla diocesi di Ortona divennero suffraganee dell'arcidiocesi di Chieti.[16]

Il 30 settembre 1986, con il riordinamento delle circoscrizioni ecclesiastiche italiane, la Congregazione per i Vescovi, in forza del decreto Instantibus votis, ha dichiarato la plena unione delle Chiese di Lanciano e di Ortona e la diocesi ha assunto la denominazione corrente di "arcidiocesi di Lanciano-Ortona".

Istituzioni culturali diocesane

[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi è dotata di due musei diocesani. Il Museo diocesano di Ortona fu aperto al pubblico nel 1970 come museo della basilica di San Tommaso; ristrutturato, è stato riaperto nel 2003 come museo diocesano ortonese con sede presso la concattedrale di San Tommaso.[17] Il museo di Lanciano è stato inaugurato nel 2002 nei locali dell'ex seminario diocesano, oggi palazzo arcivescovile, ed è uno dei più importanti musei d'arte sacra della regione, con opere che vanno dal XIII al XX secolo.[18]

Altra importante istituzione culturale dell'arcidiocesi è l'archivio storico della curia arcivescovile di Lanciano, con sede nel palazzo arcivescovile. Esso conserva documenti, di varia provenienza, che vanno dall'istituzione della diocesi nel 1515 al 1970, e un fondo di pergamene, la più antica delle quali è del 1269.

Di proprietà ecclesiastica sono pure le due biblioteche diocesane aperte al pubblico, quella di Ortona, istituita nel 1941, e quella di Lanciano, istituita nel 1987

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi e arcivescovi di Lanciano

[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi di Ortona (di Ortona e Campli dal 1600)

[modifica | modifica wikitesto]
  • Blando † (prima del 591 - prima di agosto 594 deceduto)
  • Calunnioso † (dopo agosto 594 - dopo luglio 599)
  • Viatore † (menzionato nel 649)[20]
    • Sede soppressa
  • Giandomenico Rebiba † (8 novembre 1570 - 11 dicembre 1595 nominato vescovo di Catania)
  • Alessandro Boccabarile † (15 gennaio 1596 - 31 ottobre 1623 deceduto)
  • Antimo Degli Atti † (1º luglio 1624 - 1º ottobre 1640 deceduto)
  • Francesco Antonio Biondi, O.F.M.Conv. † (3 dicembre 1640 - 21 dicembre 1643 deceduto)
  • Alessandro Crescenzi, C.R.S. † (13 giugno 1644 - 26 agosto 1652 nominato vescovo di Bitonto)
  • Carlo Bonafaccia † (3 febbraio 1653 - 27 maggio 1675 nominato vescovo di Terni)
  • Giovanni Vespoli-Casanatte, C.R. † (27 maggio 1675 - 13 agosto 1716 deceduto)
  • Giuseppe Falconi † (20 dicembre 1717 - 16 marzo 1730 deceduto)
  • Giovanni Romano † (11 settembre 1730 - 26 settembre 1735 nominato vescovo di Catanzaro)
  • Marcantonio Amalfitani † (26 settembre 1735 - 11 novembre 1765 deceduto)
  • Domenico de Dominicis † (27 gennaio 1766 - 8 marzo 1791 deceduto)
  • Antonio Cresi † (26 marzo 1792 - 22 settembre 1804 deceduto)
    • Sede vacante (1804-1818)
    • Sede soppressa (1818-1834)

Arcivescovi di Lanciano e amministratori apostolici di Ortona

[modifica | modifica wikitesto]

Arcivescovi di Lanciano e vescovi di Ortona

[modifica | modifica wikitesto]

Arcivescovi di Lanciano-Ortona

[modifica | modifica wikitesto]

Comunità religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Le comunità religiose presenti nell'arcidiocesi, al 2017, sono le seguenti:

Comunità religiose maschili
Comunità religiose femminili

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 86.840 persone contava 82.780 battezzati, corrispondenti al 95,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 190.925 192.344 99,3 221 121 100 863 150 214 37
1969 85.771 85.851 99,9 100 64 36 857 50 163 36
1980 77.530 77.914 99,5 87 52 35 891 47 115 40
1990 87.555 88.027 99,5 70 42 28 1.250 35 95 41
1999 89.527 89.884 99,6 77 46 31 1.162 2 37 97 42
2000 89.334 90.254 99,0 71 38 33 1.258 2 41 100 42
2001 89.748 90.468 99,2 75 37 38 1.196 2 41 99 42
2002 89.904 90.604 99,2 73 36 37 1.231 3 40 97 42
2003 90.054 90.704 99,3 66 37 29 1.364 3 31 95 42
2004 90.205 90.855 99,3 70 37 33 1.288 3 36 91 42
2013 89.303 94.875 94,1 82 46 36 1.089 9 36 95 42
2016 89.200 95.700 93,2 69 48 21 1.292 8 21 94 43
2019 83.780 87.891 95,3 72 45 27 1.163 8 29 95 42
2021 82.780 86.840 95,3 72 45 27 1.149 8 29 95 42
  1. ^ Fa parte dell'arcidiocesi solo la parrocchia della Madonna delle Grazie nella frazione di Sant'Apollinare Chietino. Il resto del territorio comunale appartiene all'arcidiocesi di Chieti-Vasto.
  2. ^ D'Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie del Regno delle Due Sicilie, p. 288.
  3. ^ Questa è la data riportata dall'Annuario Pontificio, ripetuta da Ughelli e Gams (quinto kalendas julii). D'Avino invece dice 18 maggio, ma in nota riporta l'espressione latina quinto kalendas junii, che corrisponde al 28 maggio. Eubel, Cappelletti e Kehr dicono solamente 1515, senza indicare giorno e mese.
  4. ^ Data riportata dalla bolla pubblicata nel Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio e inserita anche nell’Annuario Pontificio; Gams ha la data del 9 febbraio 1562, mentre Ughelli e Cappelletti quella del 26 febbraio 1562.
  5. ^ Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  6. ^ Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001 Archiviato il 14 settembre 2017 in Internet Archive., prima parte (916-961), a cura di Ernst-Dieter Hehl, Hannover 1987, p. 19,11-12. Il nome di Giovanni è probabilmente frutto di una errata lettura del testo, dove questo nome appare in riferimento a papa Giovanni X di cui Pietro di Orte era il rappresentante al concilio tedesco.
  7. ^ La data è indicata da Eubel, Hierarchia catholica, vol. III, p. 263.
  8. ^ La data è documentata da Konrad Eubel (Hierarchia catholica, IV, p. 266) e da Niccola Palma (Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli…, vol. III, Teramo 1833, pp. 95-99). Invece di leggere anno millesimo secentesimo / quarto Idus Maii, Ughelli (Italia sacra, VI, coll. 778-781) ha interpretato il testo originale come anno millesimo secentesimo quarto / Idibus Maii, datando così la bolla al 15 maggio 1604; la lettura di Ughelli è fatta propria anche da D'Avino e Cappelletti.
  9. ^ D'Avino, p. 291.
  10. ^ Comune soppresso nel 1840 e unito a Ortona.
  11. ^ Collezione degli atti..., VI, pp. 103-104. Gli stessi comuni sono elencati anche da D'Avino (p. 291).
  12. ^ Data riportata dagli Annuari Pontifici; non esiste alcun documento negli Acta Apostolicae Sedis che attesti questa unione.
  13. ^ (LA) Provisio ecclesiarum, AAS 38 (1946), p. 107, dove è indicato che Lanciano è una sede metropolitana.
  14. ^ (LA) Lettera apostolica Caelorum Reginae, AAS 43 (1951), pp. 79-80.
  15. ^ (LA) Congregazione Concistoriale, Decreto Excellentissimus, AAS 48 (1956), pp. 687-688.
  16. ^ La bolla stabilisce che la diocesi di Ortona «perget esse aeque principaliter coniunctacum Ecclesia Lancianensi», ossia continuerà ad essere unita aeque principaliter con la Chiesa lancianense; ne consegue che le due sedi erano già unite aeque principaliter prima del 1982. Contestualmente la bolla dichiara estinta la provincia ecclesiastica di Lanciano (exstincta provincia eiusdem nominis); tuttavia gli Acta Apostolicae Sedis non riportano quando questa sia stata costituita.
  17. ^ Dal sito Beweb.
  18. ^ Dal sito Beweb.
  19. ^ Gams indica l'anno 1533, Eubel il 1535.
  20. ^ Viatore Hortonense episcopo; cfr. Concilium Lateranense a. 649 celebratum, ed. Rudolf Riedinger, «Acta conciliorum oecumenicorum. Series Secunda. Volumen primum», Berlin, 1984, p. 3,21.

Per la sede di Lanciano

[modifica | modifica wikitesto]

Per la sede di Ortona

[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàSBN CFIV254072