Cos’è Ethereum (ETH) e come funziona?

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Aggiornato: 01/03/2024, 09:11 am

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Ethereum è la seconda criptovaluta al mondo dopo Bitcoin per capitalizzazione di mercato. Dopo aver toccato un massimo storico di oltre 4.700 $ a novembre del 2021, oggi (a metà settembre 2023) vale circa 1.600 $. L’intero ammontare di Ethereum attualmente esistente vale quasi 200 miliardi di dollari. Se hai familiarità con Bitcoin ma non conosci altrettanto bene il suo rivale più vicino, ecco tutto quello che devi sapere riguardo Ethereum: cos’è, come funziona, dove potrebbe arrivare e perché un giorno potrebbe diventare la valuta dominante nel mondo crypto.

Ethereum vs Bitcoin


Caratteristiche Ethereum Bitcoin
Data di lancio 2015 2009
Creatore principale Vitalik Buterin e Gavin Wood Satoshi Nakamoto (vera identità sconosciuta)
Scopo Piattaforma decentralizzata per sviluppatori Sistema monetario digitale
Classifica per capitalizzazione
Valuta Ether Bitcoin
Limite al numero di monete Nessuno 21 milioni
Velocità di transazione relativa Veloce Lenta
Ospita altre valute No
Rete decentralizzata
Valore collegato a una valuta fiat No No
Fonte: eToro

Bitcoin ed Ethereum sono le due criptovalute più utilizzate e insieme detengono circa il 64% della capitalizzazione di mercato globale delle criptovalute.

Il prezzo di Ethereum è salito del 648% negli ultimi tre anni, realizzando più del doppio dei guadagni del 250% registrati da Bitcoin nello stesso periodo.

Il Merge (continua a leggere sotto) ha reso Ethereum un investimento più interessante rispetto a Bitcoin dal punto di vista della sostenibilità e dei criteri ESG, ma al momento non è riuscito a strappare a Bitcoin il titolo di prima criptovaluta al mondo.

Chris Kline, direttore operativo e cofondatore del fondo pensionistico in criptovalute Bitcoin IRA, sostiene che Bitcoin ed Ethereum rappresentino due sistemi complementari all’interno del mercato delle criptovalute, piuttosto che essere in competizione.

“Bitcoin ed Ethereum hanno scopi diversi. Bitcoin è una criptovaluta monetaria basata sulla proof-of-work e a capitale limitato, mentre Ethereum funge da struttura portante del Web 3.0. I due sistemi costituiscono degli elementi fondamentali e distinti dell’ecosistema di asset digitali che si è configurato a livello globale”, afferma.

Approfondisci qui: Bitcoin ed Ethereum a confronto

Un’avvertenza sulle criptovalute

Non c’è bisogno di seguire in modo assiduo il mondo della finanza per sapere che negli ultimi anni le criptovalute sono state spesso al centro dell’attenzione e hanno creato conflitti di opinione.

Jerome Powell, all’epoca presidente della Federal Reserve, ebbe a definire le criptovalute null’altro che “mezzi speculativi”. Uno dei principali investitori al mondo, il leggendario vicepresidente della Berskhire Hathaway Charlie Munger, ha affermato che Bitcoin è “disgustoso e contrario agli interessi della civiltà”.

Nonostante commenti del genere, milioni di appassionati in tutto il mondo prendono parte al mercato delle criptovalute. Se sei tra questi, Laith Khalaf, analista finanziario presso il broker AJ Bell in Gran Bretagna, offre un semplice consiglio: “Chi desidera esporsi alle criptovalute deve farlo con una piccola quantità di denaro che è disposto a perdere.”

Se i tuoi piani finanziari si focalizzano sulla conservazione del capitale, la volatilità delle criptovalute non fa per te. Vale la pena aggiungere che l’investimento in crypto non è regolamentato nella maggior parte delle nazioni UE, e gli investitori non sono protetti in alcun modo nel caso in cui le cose dovessero andare male.

Nota: investire in criptovalute non è un’attività adatta a tutti. I prezzi delle criptovalute sono soggetti a forti oscillazioni. La Consob, l’autorità del mercato finanziario italiano, insieme ad altri regolatori nell’Unione Europea ha avvertito gli investitori che le criptovalute “sono soggette a estreme volatilità di prezzo e hanno mostrato chiare indicazioni della presenza di una bolla dei prezzi” e che gli investitori che le acquistano “devono tenere a mente che esiste la possibilità di perdere una porzione considerevole, se non la totalità, dei soldi investiti”.

Il che ci riporta a Ethereum.

Che cos’è Ethereum?

Stando al broker online eToro, Ethereum rappresenta un unicum nell’universo delle criptovalute.

Ethereum, lanciato nel 2015, sfrutta una piattaforma software open source che gli sviluppatori possono utilizzare per creare criptovalute e altre applicazioni digitali.

La criptovaluta nativa di Ethereum si chiama Ether (il ticker di trading è ETH), mentre con Ethereum ci si riferisce a una specifica tecnologia blockchain, il registro elettronico distribuito e decentralizzato che tiene traccia di tutte le transazioni. I registri sono alla base delle transazioni in criptovalute.

Ether si può quindi considerare una criptovaluta token derivata dalla blockchain Ethereum. Una blockchain consente di trasferire in modo sicuro i dati cifrati, rendendo la contraffazione virtualmente impossibile. Così come Bitcoin, questi token vengono “estratti” tramite la risoluzione di complessi problemi matematici.

Anche Bitcoin utilizza la tecnologia blockchain, ma Ethereum è considerata più sofisticata e può essere utilizzata per far girare delle applicazioni. Secondo alcuni commentatori, è proprio questa caratteristica che un giorno potrebbe aiutare Ethereum a spodestare Bitcoin dal trono.

Quali sono i vantaggi derivanti dall’acquisto di Ethereum?

Stando a eToro, Ethereum (nome utilizzato benché la valuta si chiami propriamente Ether) può venire facilmente negoziato o scambiato con altre criptovalute.

Inoltre, sempre secondo eToro, Ethereum può essere usato presso un numero sempre crescente di rivenditori tanto online quanto fisici. I tempi delle transazioni sono fortemente ridotti rispetto a Bitcoin, e inoltre la blockchain fornisce l’accesso a un’ampia varietà di applicazioni decentralizzate (dApp).

Per esempio, nel 2021 Christie’s è divenuta la prima casa d’aste ad accettare Ether come pagamento per un’opera d’arte. L’opera digitale, firmata da Beeple e intitolata “Everydays: The First 5000 Days”, è stata venduta per l’equivalente di 69,3 milioni di dollari. Poco dopo, confermando il crescente interesse del settore finanziario per il mondo delle criptovalute, la Banca Europea per gli Investimenti ha emesso la sua prima obbligazione digitale a due anni da 100 milioni di euro tramite la blockchain Ethereum.

S&P Dow Jones ha anche lanciato diversi indici sulle criptovalute, compreso uno per Ethereum, con l’obiettivo di misurare in modo trasparente l’andamento degli asset digitali.

Come si acquista Ethereum?

Puoi acquistare Ethereum tramite un exchange di criptovalute come Coinbase, Kraken e Binance, oppure tramite piattaforme di trading online come eToro, Bitpanda e Trade Republic.

Puoi creare un account con il provider di tua scelta, confermando il tuo indirizzo di residenza e la tua identità, e quindi collegando il tuo conto corrente così da poter effettuare l’acquisto della valuta. Le commissioni variano da provider a provider, e possono dipendere dall’importo che vuoi depositare o ritirare e dal tipo di transazione che vuoi eseguire.

Tra i metodi di pagamento accettati ci sono carte di debito/credito, PayPal e bonifici bancari. Non tutti i provider però ti permettono di utilizzare carte di credito per acquistare criptovalute. Alcuni ti consentono di usare la carta per comprare criptovalute, ma fai attenzione alle commissioni che possono aggiungere al costo della transazione. In ogni caso, contrarre un debito – tramite l’uso di una carta di credito – per acquistare un asset con la volatilità delle criptovalute non è consigliabile.

Il prezzo di Ethereum potrebbe salire?

Nel mondo delle criptovalute, sono ben poche le cose che possono essere date per sicure, e non ci sono certezze assolute. Come abbiamo detto in precedenza, molti esperti nella comunità finanziaria hanno espresso profonde riserve riguardo la sicurezza, e forse persino riguardo l’attuabilità, del concetto stesso.

“Ether potrebbe intaccare significativamente il dominio di mercato di Bitcoin. Rispetto al suo principale rivale, Ethereum è più scalabile, offre più utilizzi e soluzioni, così come gli smart contract – che sono già usati in molti settori diversi – ed è sorretto da una tecnologia blockchain superiore,” dice Nigel Green, chief executive e fondatore della società di consulenza finanziaria deVere Group.

Laith Khalaf di AJ Bell riconosce i relativi punti di forza di Ether nel contesto delle criptovalute, ma invita alla cautela: “Ether, o Ethereum, è più flessibile di Bitcoin perché è programmabile in base all’uso, e quindi può essere usato per verificare le transazioni commerciali o i contratti, nonché per effettuare pagamenti”, dice. “Tuttavia, il valore di tale asset dipende da quanto si è disposti a pagarlo, e per quanto adesso possa essere alto, una volta che la febbre delle criptovalute scemerà, potrebbe non valere neppure il codice in cui è scritto”.

Cos’è Ethereum 2.0? Il Merge spiegato

Il Merge (“Fusione”) di Ethereum, avvenuto il 15 settembre 2022, è il rivoluzionario aggiornamento che ha portato Ethereum ad adottare il consenso di proof-of-work al posto del proof-of-stake, riducendo il consumo energetico del 99,95% circa. Grazie al Merge è stato possibile unire il sistema della Beacon Chain, che prima veniva eseguita in parallelo utilizzando il proof-of-stake, e la Rete Principale di Ethereum, che ha continuato a essere protetta da proof-of-work. Si tratta di un importante passo avanti per la realizzazione della visione di Ethereum come una rete scalabile, sicura e sostenibile.

Che i sistemi basati sul meccanismo di consenso proof-of-work siano incredibilmente energivori è ormai cosa nota: il mining di Bitcoin, ad esempio, consuma attualmente 127 terawattora (TWh) all’anno. Si tratta di un consumo superiore a quello dell’intera Norvegia.

Prima del Merge, si stimava che ETH consumasse annualmente un quantitativo di energia elettrica pari a quello della Finlandia e producesse emissioni di carbonio equiparabili a quelle della Svizzera. Il Merge è stato progettato per ridurre le emissioni di carbonio di Ethereum fino al 99,95%, assolvendo la criptovaluta da una delle maggiori accuse che le sono state rivolte.

Ethereum vs Ethereum 2.0: qual è la differenza?

Dall’aprile 2022, Ethereum ha utilizzato due blockchain parallele, una prima catena basata sulla proof-of-work e una seconda catena di prova basata sulla proof-of-stake. La fusione unirà la Ethereum Mainnet (ETH1), ovvero la blockchain preesistente, alla nuova Beacon Chain (ETH2) per creare un’unica blockchain.

Con il Merge, gli sviluppatori di Ethereum hanno smesso di utilizzare i termini ETH1 e ETH2 per evitare di confondere gli utenti. Non c’è più alcuna differenza tra ETH ed ETH2: non esistono più due versioni di Ether ma un unico token.

Il problema del consumo energetico delle criptovalute

Le critiche mosse a Bitcoin, a Ethereum e ad altri sistemi di criptovalute basati sulla proof-of-work hanno spesso denunciato gli enormi costi energetici connessi all’attività di mining, soprattutto se portata avanti su larga scala.

Negli ultimi anni, gli investitori scelgono sempre più spesso di vagliare i propri investimenti sulla base di standard ambientali, sociali e di governance (ESG). A tal proposito, un recente sondaggio di Forbes ha rivelato che molti investitori considererebbero la possibilità di investire in altri settori se sapessero che acquistare criptovalute produce un impatto negativo sull’ambiente.

John Warren, CEO della società di mining di Bitcoin GEM Mining, afferma che non esiste una correlazione lineare tra la crescita del prezzo di Bitcoin e il suo utilizzo di energia. Attualmente non è prevista la transizione del sistema Bitcoin a un modello basato sulla proof-of-stake, che inoltre secondo Warren non sarebbe funzionale nel caso di Bitcoin.

“Anche se indubbiamente gli ecosistemi basati sulla proof-of-stake presentano ampi margini di crescita, Bitcoin funge da protocollo centrale per tutte le criptovalute e ha quindi bisogno di utilizzare il meccanismo di consenso più efficace e sicuro che esista”, afferma Warren.

Secondo il CEO, il consumo di energia richiesto dal processo di verifica della proof-of-work sarebbe una dimostrazione della sicurezza e della validità del modello.

“Si potrebbe pensare a Bitcoin come a una forma di garanzia di altissimo livello, la cui sicurezza, che è la caratteristica più importante del suo protocollo, è assicurata proprio dal meccanismo della proof-of-work”, afferma.

Staci Warden, CEO della Algorand Foundation, sostiene che il consumo energetico di una criptovaluta costituisca un fattore determinante per quanto riguarda la sua scalabilità.

“Dal punto di vista dell’offerta, un protocollo può diventare scalabile solo se ha accesso a fonti di energia stabili a un costo marginale inferiore al suo rendimento marginale”, afferma Warden.

L’esperta sottolinea che disporre di energia sovvenzionata o a basso costo è indispensabile alla crescita delle criptovalute basate sulla proof-of-work, e che per questo motivo i prezzi delle criptovalute hanno subito una forte contrazione nel 2022.

“Dal punto di vista della domanda, invece, la capacità di un protocollo proof-of-work di diventare scalabile risentirà della limitata tolleranza nei confronti dei protocolli proof-of-work basati sui combustibili fossili da parte del pubblico, che preferirà le sempre più disponibili alternative a zero emissioni di anidride carbonica”, afferma Warden.

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