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2I/Borisov

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Cometa
2I/Borisov
La cometa 2I/Borisov ripresa il 12 ottobre 2019 dal telescopio spaziale Hubble.
Scoperta30 agosto 2019
ScopritoreGennadij Borisov
Designazioni
alternative
gb00234,
CK19Q040, 0002I,
C/2019 Q4 (Borisov)
Parametri orbitali
(all'epoca 2459061,5
31 luglio 2020[1])
Semiasse maggiore-0.8516388443116791 UA
Perielio2,007 UA
Inclinazione orbitale44,053
Eccentricità3,356191
Longitudine del
nodo ascendente
308,149°
Argom. del perielio209,125°
Ultimo perielio8 dicembre 2019
Dati osservativi
Magnitudine app.
  • 15,6 (max)
Magnitudine ass.13,7
Magnitudine ass.
  • 13,7 (totale)

2I/Borisov, nota anche come C/2019 Q4 (Borisov), è una cometa iperbolica scoperta il 30 agosto 2019 dall'astrofilo russo Gennadij Borisov. È il secondo oggetto interstellare, e la prima cometa interstellare, osservato durante il transito nel sistema solare dopo l'asteroide 1I/'Oumuamua, scoperto nel 2017.

La cometa 2I/Borisov ripresa nella notte tra il 27 e il 28 settembre.

La cometa 2I/Borisov è piuttosto debole. Scoperta come un oggetto con magnitudine apparente pari a 17,8 quando si trovava a 3 UA dal Sole, non ha raggiunto mai meno di 2 UA dalla stella nel corso dell'attraversamento del sistema solare interno. La massima vicinanza al Sole è stata raggiunta l'8 dicembre 2019 e quella con la Terra a fine dicembre, quando la cometa era ad una distanza compresa tra 1,9 e 2 UA dal nostro pianeta. Il massimo della luminosità della cometa, previsto in corrispondenza del transito al perielio, è stato di 15,6[2].

Per osservare la cometa, dunque, è stato necessario utilizzare un telescopio piuttosto potente. La cometa era osservabile dall'emisfero boreale prima dell'alba fino a metà novembre, poi è divenuta visibile nell'emisfero australe. Al momento del transito al perielio, quando era atteso il picco di luminosità, è stata visibile alla declinazione di circa 20°S nella costellazione del Cratere.[3][1]

L'oggetto è stato scoperto il 30 agosto 2019 dall'astrofilo Gennadij Borisov (noto nella traslitterazione anglosassone come Gennadiy Borisov) dal suo osservatorio personale, denominato MARGO (acronimo di Mobile Astronomical Robotics Genon Observatory), situato a Naučnyj, sede anche dell'osservatorio astrofisico della Crimea col quale non deve essere confuso. Borisov ha utilizzato un telescopio riflettore di 0,65 m di diametro, da lui progettato e costruito.[3]

2I/Borisov appariva come un oggetto diffuso della 18ª magnitudine, visibile in prossimità del piano galattico nella costellazione di Cassiopea, vicino al bordo con la costellazione di Perseo. Si trovava a 3 UA dal Sole ed a 3,7 UA dalla Terra, con un'elongazione di 38°.[4]

Nel descrivere la sua scoperta, Borisov ha commentato:[5]

«L'ho scoperto il 29 agosto (ora locale), ma era il 30 agosto secondo il GMT. Ho visto un oggetto in movimento nell'inquadratura, che si muoveva in una direzione leggermente differente rispetto a quella degli asteroidi della fascia principale. Ho rilevato le sue coordinate e consultato la banca dati del Minor Planet Center. È risultato che fosse un nuovo oggetto. Ho misurato allora il NEO Rating,[6] calcolato da vari parametri, che è risultato del 100% - ovvero, pericoloso. In tal caso, si richiede di comunicare immediatamente i parametri in una pagina web per asteroidi pericolosi che devono essere confermati. Inoltrai la comunicazione e scrissi che l'oggetto aveva aspetto diffuso e che non era un asteroide, ma una cometa.»

Denominazione

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Quando Borisov, subito dopo la scoperta, caricò i dati relativi alle proprie osservazioni nella Near-Earth Object Confirmation Page (NEOCP), l'oggetto ricevette la sigla gb00234. Le osservazioni infatti erano compatibili con soluzioni per l'orbita che prevedevano passaggi ravvicinati alla Terra. Solo le osservazioni successive hanno permesso di identificare l'orbita effettiva percorsa dalla cometa, che non è stata neppure classificata tra gli oggetti near-Earth.[4]

Tredici giorni dopo la scoperta, l'11 settembre 2019, la cometa ha ricevuto la denominazione ufficiale C/2019 Q4 (Borisov) dal Minor Planet Center.[7] Quando però è divenuto certo che l'orbita percorsa dalla cometa fosse caratterizzata da un valore dell'eccentricità orbitale superiore a 3 e che quindi l'oggetto provenisse dall'esterno del Sistema solare, il Minor Planet Center l'ha rinominata 2I/Borisov.[8] In tal modo, l'oggetto è stato ufficialmente riconosciuto dall'Unione Astronomica Internazionale come di natura interstellare e, allo stesso tempo, è stata mantenuta la consuetudine di denominare le comete con il cognome del loro scopritore.[9]

Parametri orbitali

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Animazione dell'orbita della cometa Borisov (giallo) confrontata con le orbite dei principali corpi celesti del sistema solare e con la traiettoria percorsa dall'asteroide interstellare 'Oumuamua (rosso).

La cometa 2I/Borisov percorre un'orbita eliocentrica altamente iperbolica, con un'eccentricità orbitale pari a 3,38. Ha raggiunto il perielio l'8 dicembre 2019, transitando a circa 2 UA dal Sole. L'orbita è inclinata di circa 44° rispetto al piano dell'eclittica.[10]

2I/Borisov è l'oggetto conosciuto che possiede la maggiore eccentricità orbiate, superiore anche a quella di 1I/'Oumuamua. Con una velocità di eccesso iperbolico, , pari a circa 32,4 km/s (corrispondenti a 6,8 UA/anno)[11], l'oggetto proviene chiaramente dall'esterno del sistema solare.[4] Infatti, le perturbazioni dei pianeti del nostro sistema solare potrebbero al più imprimere una velocità di un ordine di grandezza inferiore ad una cometa appartenente alla Nube di Oort. Quando 2I/Borisov avrà completato il transito nel nostro sistema, tornerà dunque a percorrere un'orbita interstellare, priva di legami gravitazionali con il Sole, procedendo verso la costellazione del Telescopio.[4] Per confronto il Voyager 1 sta lasciando il sistema solare con una velocità di 16,9 km/s (3,57 UA/anno).[12]

Nell'attraversamento del sistema solare interno, la cometa non si avvicinerà ad alcun pianeta. La minima distanza dalla Terra, circa 1,9 UA, è stata raggiunta negli ultimi giorni del 2019[13][14].

Caratteristiche fisiche

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Il nucleo della cometa Borisov non è direttamente osservabile, perché celato, sin dalla scoperta dell'oggetto, dalla chioma.[15] Dalle dimensioni di questa, gli astronomi David Jewitt e Jane Luu hanno stimato che nell'ottobre del 2019 la cometa avrebbe prodotto polvere con un tasso di 2 kg/s e acqua con un tasso di 60 kg/s. Da questi dati hanno dedotto che la cometa sarebbe entrata in attività quando si è venuta a trovare ad una distanza compresa tra le 4 e le 5 unità astronomiche dal Sole.[16] Tuttavia, la cometa è stata individuata in immagini di prescoperta risalenti al 13 dicembre 2018, quando si trovava a 8 UA dal Sole. Ciò sembrerebbe suggerire l'attivazione precoce di processi di sublimazione di anidride carbonica o di altre sostanze da identificare.[17]

Delle dimensioni del nucleo sono state fornite stime assai approssimative. Karen Jean Meech e i suoi collaboratori dell'Università delle Hawaii stimarono, nei giorni seguenti la scoperta, che il nucleo sarebbe compreso tra i 2 e i 16 km.[18] Osservazioni condotte con il Telescopio Gemini North hanno condotto Piotr Guzik e colleghi a stimare il nucleo in circa 2 km, con una frazione attiva della superficie pari al 30%.[19] Su dimensioni piuttosto ridotte della cometa (di circa 1 km) convergono pure gli astronomi Amir Siraj e Abraham Loeb del dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, su considerazioni legate all'entità della massa mediamente espulsa da un sistema stellare.[20] Infine, Alan Fitzsimmons e colleghi, che hanno misurato il tasso di sublimazione del cianuro, stimano che il diametro del nucleo sia compreso tra 1,4 e 6,6 km.[21] Osservazioni radar potrebbero permettere di determinare forma e dimensioni del nucleo; poiché la cometa non si avvicinerà a meno di 300 milioni di chilometri dalla Terra, queste tuttavia non sono realizzabili. Né è facile prevedere eventuali occultazioni stellari, poiché l'orbita della cometa non è nota con la necessaria accuratezza.[15]

La composizione della cometa Borisov è risultata apparentemente simile a quella delle comete del sistema solare. Analisi spettroscopiche a bassa risoluzione nel visibile hanno fornito risultati simili a quelli tipicamente ottenuti per le comete della nube di Oort.[22][23] Anche gli indici di colore assomigliano a quelli delle comete di lungo periodo del sistema solare.[16] Il cianuro (CN), tipicamente presente nelle comete del sistema solare, è stata la prima specie chimica rilevata.[21] È stata annunciata, ma non confermata, anche la rilevazione del carbonio biatomico,[24] con il rapporto del C2 su CN inferiore a 0,3.[25] Questa caratteristica è comune alle comete gioviane, impoverite di carbonio.

La rivelazione dell'ossigeno atomico ha condotto a stimare per la sublimazione dell'acqua un tasso simile a quello misurato nelle comete del sistema solare.[26]

  1. ^ a b Dati riportati nel JPL Small-Body Database.
  2. ^ MPEC 2020-C98 : OBSERVATIONS AND ORBITS OF COMETS AND A/ OBJECTS, su minorplanetcenter.net. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  3. ^ a b (EN) Bob King, Is Another Interstellar Visitor Headed Our Way?, su skyandtelescope.com, Sky & Telescope, 11 settembre 2019. URL consultato il 25 settembre 2019.
  4. ^ a b c d (EN) Bill Gray, FAQ for gb00234 = C/2019 Q4 = 2I (Borisov), su projectpluto.com, Project Pluto. URL consultato il 25 settembre 2019.
  5. ^ (RU) Крымский астроном заявил, что открытая им комета изменит название (Astronomo crimeano dice che la cometa da lui scoperta sarà rinominata), RIA Novosti, 16 settembre 2019. URL consultato il 25 settembre 2019.
  6. ^ Strumento messo a disposizione dal Minor Planet Center per verificare l'appartenenza o meno di un nuovo oggetto al gruppo degli oggetti near-Earth (NEO).
  7. ^ (EN) A. U. Tomatic, MPEC 2019-R106 : COMET C/2019 Q4 (Borisov), in Minor Planet Electronic Circular, Minor Planet Center, 11 settembre 2019. URL consultato il 25 settembre 2019.
  8. ^ (EN) A. U. Tomatic, MPEC 2019-S72 : 2I/Borisov = C/2019 Q4 (Borisov), in Minor Planet Electronic Circular, Minor Planet Center, 24 settembre 2019. URL consultato il 25 settembre 2019.
  9. ^ (EN) Lars Lindberg Christensen, Naming of New Interstellar Visitor: 2I/Borisov, su iau.org, Unione Astronomica Internazionale, 24 settembre 2019. URL consultato il 25 settembre 2019.
  10. ^ Dati riportati nella banca dati del Minor Planet Center.
  11. ^ Calcolata.
  12. ^ (EN) Voyager: Fast Facts, su voyager.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory. URL consultato il 28 settembre 2019.
  13. ^ (EN) How Far is Comet C/2019 Q4 (Borisov) from Earth?, su TheSkyLive.com. URL consultato il 28 settembre 2019.
  14. ^ (EN) Interstellar Comet – C/2019 Q4 (Borisov), su CometWatch.co.uk, 12 settembre 2019. URL consultato il 28 settembre 2019.
  15. ^ a b (EN) Daniel Bamberger e Guy Wells, The Difficulty of Predicting Stellar Occultations by Interstellar Comet 2I/Borisov, in Research Notes of the AAS, vol. 3, 10, id. 159, 22 ottobre 2019, DOI:10.3847/2515-5172/ab4efb.
  16. ^ a b (EN) David Jewitt e Jane Luu, Initial Characterization of Interstellar Comet 2I/2019 Q4 (Borisov), 6 ottobre 2019, p. 9, arΧiv:1910.02547v1.
  17. ^ (EN) Quanzhi Ye et al., Pre-discovery Activity of New Interstellar Comet 2I/Borisov Beyond 5 AU, 14 novembre 2019, p. 8, arΧiv:1911.05902.
  18. ^ (EN) Newly Discovered Comet Is Likely Interstellar Visitor, su jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory, NASA, 12 settembre 2019. URL consultato il 18 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2019).
  19. ^ P. Guzik et al, p. 9, 2019.
  20. ^ A. Siraj e A. Loeb, 2019.
  21. ^ a b A. Fitzsimmons et al., 2019.
  22. ^ (EN) Julia de León, Miquel Serra-Ricart e Javier Licandro, The Gran Telescopio Canarias obtains the visible spectrum of C/2019 Q4 (Borisov), the first confirmed interstellar comet, Instituto de Astrofísica de Canarias, IAC, 14 settembre 2019. URL consultato il 18 novembre 2019.
  23. ^ J. de León et al., 2019.
  24. ^ (EN) Theodore Kareta et al., Carbon Chain Depletion of 2I/Borisov, 8 ottobre 2019, arΧiv:1910.03222.
  25. ^ (EN) Cyrielle Opitom et al., 2I/Borisov: A C2 depleted interstellar comet, 20 ottobre 2019, arΧiv:1910.09078.
  26. ^ (EN) Adam J. McKay, Anita L. Cochran, Neil Dello Russo e Michael DiSanti, Detection of a Water Tracer in Interstellar Comet 2I/Borisov, 28 ottobre 2019, arΧiv:1910.12785.

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