Jalea (sommergibile 1933)
Jalea | |
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Lo Jalea (a sinistra) ed il gemello Jantina in allestimento nei cantieri OTO del Muggiano | |
Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di piccola crociera |
Classe | Argonauta |
Proprietà | Regia Marina |
Costruttori | OTO, |
Cantiere | Cantiere navale del Muggiano, La Spezia |
Impostazione | 20 gennaio 1930 |
Varo | 15 giugno 1932 |
Entrata in servizio | 16 marzo 1933 |
Radiazione | 1º febbraio 1948 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 810,43 t |
Dislocamento in emersione | 666,56 t |
Lunghezza | fuori tutto 61,5 m |
Larghezza | 5,65 m |
Pescaggio | 4,64 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori diesel Tosi da 1250 CV totali 2 motori elettrici Magneti Marelli da 800 CV totali |
Velocità in immersione | 8 nodi |
Velocità in emersione | 14 nodi |
Autonomia | in emersione: 2300 mn a 14 nodi o 3180 mn a 10,5 nodi in immersione: 7,5 mn alla velocità di 7,5 nodi o 110 mn a 3 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento |
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informazioni prese da [1] | |
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Lo Jalea è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel dicembre 1936 fu inviato a prendere clandestinamente parte alla guerra di Spagna[1].
Il 26 dicembre, al comando del capitano di corvetta Silvio Garino, attaccò con due siluri la motonave spagnola Villa de Madrid; la nave fu mancata e uno dei siluri finì sulla vicina spiaggia di Prat de Llobregat, rivelando così la partecipazione dei sommergibili italiani alla guerra[2].
Nella mattinata del 12 agosto 1937 lanciò due siluri contro i cacciatorpediniere spagnoli Churruca e Alcalà Galliano, in uscita da Cartagena; una delle armi colpì il Churruca provocando gravi danni e obbligandolo a rientrare a rimorchio del Galliano[3].
Durante il secondo conflitto mondiale svolse la sua prima missione nel canale di Caso, facendo ritorno alla base di Lero il 14 giugno 1940[4].
Fu poi impiegato nel bacino orientale del Mediterraneo con varie missioni, ma non trovò mai unità nemiche da attaccare[4].
Nel marzo del 1941 fu assegnato alla Scuola Sommergibili di Pola, per la quale compì svariate missioni addestrative; fu impiegato anche in pattugliamenti antisommergibile nell'Alto Adriatico, specialmente dopo il tragico affondamento del gemello Medusa da parte del sommergibile britannico Thorn[4][5].
Nell'agosto 1943 fu dislocato a Taranto, riprendendo l'attività bellica[4].
Il 7 settembre 1943, nell'ambito del «Piano Zeta» di contrasto al previsto sbarco anglo-americano a Salerno, fu inviato in agguato nel Mar Ionio[6].
In seguito all'annuncio dell'armistizio rientrò a Taranto; da lì ripartì il mattino del 12 settembre (assieme ai sommergibili Atropo e Bandiera ed al cacciatorpediniere Riboty) per consegnarsi agli Alleati a Malta, ove giunse il pomeriggio successivo; lasciò l'isola un mese più tardi insieme ad altri 14 sommergibili, per rientrare in Italia[7], ad Augusta[5].
Dopo aver subito lavori di manutenzione a Taranto, nel giugno 1944 si trasferì a Gibilterra e da lì, successivamente, ad Algeri, in Mar Rosso e di nuovo a Gibilterra, prendendo parte ad esercitazioni antisommergibile Alleate[5].
Unica unità della sua classe a sopravvivere al conflitto, fu radiato il 1º febbraio 1948 ed avviato alla demolizione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giorgerini, p. 191.
- ^ Giorgerini, p. 192.
- ^ Giorgerini, p. 197.
- ^ a b c d Regio sommergibile Jalea - Jantina
- ^ a b c Trentoincina
- ^ Giorgerini, p. 364.
- ^ Joseph Caruana, Interludio a Malta, in Storia Militare, n. 204, settembre 2010, pp. 53-63.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.