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Riserva naturale Monticchie

Coordinate: 45°08′43.2″N 9°39′26.53″E
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Riserva naturale Monticchie
Tipo di areaRiserva naturale regionale
Codice WDPA14628
Codice EUAPEUAP0319
Class. internaz.Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
ProvinciaLodi
ComuneSomaglia
Superficie a terra43,20 km²
Provvedimenti istitutiviD.C.R. IV/1177 28/07/1988
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Riserva naturale Monticchie
Riserva naturale Monticchie

La riserva naturale Monticchie è un'area naturale protetta situata nel comune di Somaglia, in provincia di Lodi[1][2][3].

La riserva si sviluppa su un antico paleoalveo del fiume Po.

La riserva si sviluppa su un antico paleoalveo del fiume Po, infatti il suo terreno è formato da una granulometria fine composta da una matrice che comprende sabbia, limo e argilla.[senza fonte]

Presenta un paesaggio a ″gradoni″ tipico dei terrazzi alluvionali originato dall'attività dei meandri fluviali durante il periodo glaciale ed interglaciale. [senza fonte]

Presenza di risalite di acqua sotterranea, denominate Sorgenti di Terrazzo e Fontanili, dovuto al poco dislivello presente tra il fiume Po e la pianura.[senza fonte]

Fino agli anni 50 il terreno su cui ora si sviluppa la riserva naturale era ad utilizzo agricolo. Tra gli anni 50 e gli anni 60 si ha avuto un abbandono delle coltivazioni a causa della poca redditività ed iniziò a svilupparsi la zona umida tipica padana, con una vegetazione prevalente di canneti intervallati da fasce di alberi ed arbusti.

Si sviluppò anche una garzaia dove dal 1988 si ha nidificazione di diverse specie di aironi.

Negli anni 80 iniziò una sensibilizzazione da parte del comune di Somaglia e del WWF verso questa area sempre più presa di mira da parte di tagli abusivi di bosco, incendi dolosi e bracconaggio. WWF individuò Monticchie come zona di Particolare Rilevanza Ambientale.

La Regione Lombardia inserì l′area tra i biotopi soggetti a tutela e riconosciuta come riserva naturale il 18 giugno 1985.[senza fonte]

Dal 2000 i sito venne riconosciuto come Zona di Protezione Speciale ai senti della direttiva europea ′′Uccelli″, per la tutela e la conservazione degli uccelli selvatici.[senza fonte]

Il Sito di Interesse Comunitario ha una estensione di 238 ettari di cui 24 a massima tutela, nel mese di marzo del 2005 venne riconosciuto dalla Commissione Europea.[senza fonte]

Si è sviluppato, causa presenza di risorgive, un bosco igrofilo planiziale costituita da specie basse nel sottobosco e da essenza dolci nella parte boschiva. Nella prima predomina il canneto misto, formato dalla cannuccia di palude (Phragmites australis) e tifa (Typha latifolia); nel bosco, invece, sono molto diffusi l'alneto a ontano nero e il saliceto, con salice bianco, salicone e salice grigio. In corrispondenza della costa, nella quale la presenza di umidità è minore, si sviluppano maggiormente la quercia farnia, l'olmo campestre e l'acero campestre.[senza fonte]

Il sottobosco è costituito da sanguinello e dal sambuco nero. Nelle specie erbacee, è interessante la presenza dell'equiseto. Le sorgenti di terrazzo e i relativi canali ospitano due varietà di callitrice e di lenticchia d'acqua.[senza fonte]

La riserva ospita diverse specie di mammiferi come il lupo[4], il capriolo, il tasso, la lepre, la volpe, il cinghiale, la nutria[5] e lo scoiattolo.[6]

L'avifauna è caratterizzata dalla presenza di colonie nidificanti di ardeidi quali la nitticora, la garzetta, l′airone cinerino e l'airone guardabuoi.[6] Altre specie presenti sono il cuculo, la poiana, il gruccione, il picchio rosso maggiore ed il picchio verde.[2]

Ricca anche l'erpetofauna con 6 specie di anfibi, tra cui la rana di Lataste e il tritone crestato, e 7 specie di rettili, come la testuggine palustre, il biacco, la natrice dal collare, la natrice tassellata, il ramarro, l′orbattino.[6]

Tra gli invertebrati merita una menzione la presenza del gambero di fiume.[2]

  1. ^ Elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) - 6º Aggiornamento approvato il 27 aprile 2010 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 115 alla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2010, su gazzettaufficiale.it.
  2. ^ a b c Riserva naturale Monticchie, su parks.it. URL consultato il 9/2/2020.
  3. ^ Riserva Naturale Monticchie, su comune.somaglia.lo.it. URL consultato il 9/2/2020.
  4. ^ Indagine della Regione sui “carnivori”: nel Lodigiano ci sono tre branchi di lupi, su www.ilcittadino.it, 18 luglio 2024. URL consultato il 20 luglio 2024.
  5. ^ VIDEO Il lupo nella riserva delle Monticchie con una nutria appena catturata, su Il Cittadino di Lodi. URL consultato il 21 luglio 2024.
  6. ^ a b c Riserva Naturale Monticchie » La fauna, su comune.somaglia.lo.it. URL consultato il 10/2/2020.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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