San Pietro (Francesco del Cossa)
San Pietro | |
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Autore | Francesco del Cossa |
Data | 1472-1473 |
Tecnica | tempera su tavola |
Dimensioni | 112×55 cm |
Ubicazione | Pinacoteca di Brera, Milano |
San Pietro è un dipinto tempera a uovo su tavola (112×55 cm) di Francesco del Cossa, databile al 1472-1473 e conservato nella Pinacoteca di Brera di Milano. L'opera era lo scomparto sinistro del Polittico Griffoni.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Francesco del Cossa si trovava da poco a Bologna quando ricevette dalla famiglia Griffoni la commissione di una pala d'altare per la propria cappella nella basilica di San Petronio, realizzata con la collaborazione di un altro maestro ferrarese, il più giovane ma molto promettente Ercole de' Roberti. La scelta di san Vincenzo Ferrer era legata alla dedica della cappella, voluta probabilmente dai Domenicani, essendo il santo canonizzato da relativamente poco (1448) ed essendo l'Ordine impegnato in una forte opera di diffusione del culto.
L'opera rimase nella cappella fino al 1725-1730, quando venne smembrata e immessa nel mercato antiquario in lotti separati: da allora i pannelli si dispersero. I due pannelli laterali di San Pietro e San Giovanni Battista vennero acquistati dal direttore della galleria Giuseppe Cavalieri nel 1893 su suggerimento di Adolfo Venturi.
Il polittico venne ricostruito virtualmente da Roberto Longhi nel 1935, con il fondamentale saggio Officina ferrarese.
Descrizione e stile
[modifica | modifica wikitesto]San Pietro è raffigurato in piedi su un masso scheggiato dietro a un pilastro che sembra appartenere a un loggiato antico in rovina. La sua figura è possente e irsuta, con un forte senso di solenne monumentalità, derivato dalla conoscenza di Piero della Francesca. Spicca nella sua figura il panneggio complessamente ripiegato e caratterizzato da una vivida brillantezza che ricorda il metallo sbalzato. Con la mano destra, tramite un gesto possente che dovette impressionare Michelangelo[1], regge un libro appoggiandolo sul fianco, mentre con la sinistra tiene con naturalezza una delle due grosse chiavi del paradiso; la seconda pende appesa alla prima con una nastrino.
Sullo sfondo si vede una pertica che corre dal capitello del pilastro e che prosegue nel pannello un tempo attiguo del San Vincenzo Ferrer nella National Gallery di Londra. Ad essa sono appesi due anelli che reggono un filo di perle di corallo rosso e cristallo di rocca, chiude da nappe. Si tratta di elementi decorativi all'antica che risalgono all'esempio degli squarcioneschi, ben radicato in tutta l'Italia settentrionale. In fondo si apre poi un paesaggio molto lontano e con la linea dell'orizzonte particolarmente ribassata, caratterizzato da estrose vedute di archi, speroni stalagmitici, castelli che sembrano germinare dalle rocce e un lago, con un ponte di pietra naturale e un solitario airone, tipici della fantasia dell'artista. Grazie all'uso uniforme della luce chiara e della prospettiva, l'artista riesce a conferire un senso di naturalezza anche a questi elementi più fantasiosi e improbabili.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Michelangelo a Bologna ammirò gli affreschi perduti del Del Cossa in San Pietro ed ebbe sicuramente modo di vedere anche il polittico in San Petronio. Lo stesso gesto si nota ad esempio nella figura di Daniele sulla volta della Cappella Sistina.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
- AA.VV., Brera, guida alla pinacoteca, Electa, Milano 2004. ISBN 978-88-370-2835-0
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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