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Spermophilus major

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Citello rosso

Esemplare impagliato nel Museo di storia naturale dell'università dell'Estremo Oriente di Vladivostok
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineRodentia
SottordineSciuromorpha
FamigliaSciuridae
SottofamigliaXerinae
TribùMarmotini
GenereSpermophilus
SpecieS. major
Nomenclatura binomiale
Spermophilus major
(Pallas, 1779)

Il citello rosso (Spermophilus major (Pallas, 1779)) è uno sciuride appartenente al genere dei citelli (Spermophilus). Vive nelle aree steppiche tra il Volga e l'Irtyš in Russia fino al nord del Kazakistan ed è stato introdotto anche nel Caucaso settentrionale.

Il citello rosso raggiunge una lunghezza testa-corpo di circa 25,3-32,0 centimetri, dimensioni che ne fanno la specie più grande del suo genere. La coda è lunga 7,3-10,5 centimetri ed è quindi, come in tutti i citelli, significativamente più corta del resto del corpo. Il colore del dorso è bruno-ocra scuro ricoperto da numerose piccole macchie bianche. I fianchi vanno dall'ocra più chiaro al rosso ruggine, il ventre dal biancastro al giallo-ocra. La parte superiore della testa e il muso sono spesso grigi. Sotto gli occhi vi è una macchia da gialla a rosso ruggine. La coda è marrone-ocra sulla parte superiore e rossastra su quella inferiore.[2]

3 2 0 1 1 0 2 3
3 1 0 1 1 0 1 3
Totale: 22

Come tutte le specie del suo genere, ha un unico incisivo a scalpello per emimascella, seguito da uno spazio privo di denti (diastema). Seguono due premolari e tre molari. Al contrario, sulla mascella inferiore vi è un solo premolare per lato. Complessivamente vi sono 22 denti.[3]

Distribuzione e habitat

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Il citello rosso vive nelle aree steppiche tra il Volga e l'Irtyš in Russia fino al nord del Kazakistan ed è stato introdotto anche nel Caucaso settentrionale.[1][2] Originariamente era presente anche nella regione tra il Don e il Volga; oggi il suo areale si sta espandendo in direzione sud e ovest.[1] Questi animali si incontrano fino a 600 metri di altezza.[1]

Il citello rosso è uno scoiattolo di terra diurno. Vive principalmente nelle aree prative, nelle steppe erbose e anche nelle aree coltivate a cereali, nonché nelle steppe forestali di pianura. Si nutre principalmente di varie parti di piante, in particolare foglie e semi di graminacee ed altre piante erbacee, nonché di gemme, radici e cereali. In rari casi mangia anche uova di uccelli e nidiacei, così come insetti.[2] Questi animali sono territoriali e stabiliscono un rigido sistema gerarchico: circa il 25% degli incontri tra conspecifici è aggressivo. I maschi poligami competono tra loro e difendono il loro territorio contro altri maschi; le femmine monogame scavano le loro tane e stabiliscono i loro territori all'interno di quelli dei maschi. Le giovani femmine rimangono nei pressi delle tane delle madri, mentre i giovani maschi si diffondono nei paraggi. La tana è una struttura solitamente semplice, con un ingresso e una camera nido, e ha una lunghezza e una profondità di uno-due metri. Inoltre, vengono costruite delle tane rifugio poco profonde in cui questi animali possono spostarsi in caso di pericolo. Le tane delle femmine sono un po' più complesse e spesso hanno un secondo ingresso.[2]

Come gli altri citelli, questi animali trascorrono l'inverno in un lungo letargo, che inizia a metà giugno o, nel caso di esemplari giovani e femmine, ad agosto. Dura tra i 6,5 e gli 8,5 mesi e i citelli si svegliano intorno al marzo dell'anno successivo. La stagione riproduttiva inizia in primavera subito dopo il risveglio. I sette od otto piccoli nascono nel nido sotterraneo, che abbandonano alla fine della primavera.[2]

I principali predatori del citello sono i rapaci, alla cui presenza rispondono con brevi e acuti richiami di allarme e una subitanea fuga.[2] Le principali cause di morte, tuttavia, sono il congelamento durante il letargo invernale o l'inedia a causa di un prolungato congelamento del suolo nel caso la primavera arrivi in ritardo.[1]

Il citello rosso viene classificato come specie indipendente all'interno del genere Spermophilus, attualmente costituito da 15 specie[2] a seguito di una revisione tassonomica.[4] La prima descrizione scientifica venne effettuata nel 1779 dal naturalista Peter Simon Pallas a partire da alcuni individui provenienti dall'oblast' di Samara, l'ex oblast' di Kujbyšev.[5]

Oltre alla forma nominale, non ne vengono riconosciute sottospecie.[2][5]

Conservazione

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Il citello rosso viene classificato dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) come «specie a rischio minimo» (Least Concern). Tale status trae giustificazione dalla popolazione numerosa e dall'ampia area di distribuzione della specie.[1] Sebbene siano state registrate diminuzioni regionali delle popolazioni e la scomparsa di alcune colonie, la popolazione complessiva non è in pericolo. Allo stesso tempo, il suo areale è in espansione. Il numero di esemplari è soggetto a oscillazioni periodiche, con esplosioni demografiche di massa a cui segue un periodo di ritorno alla situazione originaria, e di conseguenza cambia ogni anno.[1]

Questi animali vengono cacciati dai locali per la carne e la pelliccia, ma il prelievo di esemplari non è tale da costituire una minaccia per la popolazione.[1] In alcune zone sono considerati dannosi per le colture di cereali e vengono catturati con le trappole.[2]

  1. ^ a b c d e f g h (EN) Cassola, F. 2017, Spermophilus major, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c d e f g h i Richard W. Thorington Jr., John L. Koprowski e Michael A. Steele, Squirrels of the World, Baltimora (MD), Johns Hopkins University Press, 2012, pp. 306-307, ISBN 978-1-4214-0469-1.
  3. ^ Robert S. Hoffmann e Andrew T. Smith, Spermophilus, in Andrew T. Smith e Yan Xie (a cura di), A Guide to the Mammals of China, Princeton (NJ), Princeton University Press, 2008, p. 193, ISBN 978-0-691-09984-2.
  4. ^ Kristofer M. Helgen, F. Russell Cole, Lauren E. Helgen e Don E. Wilson, Generic Revision in the holarctic ground squirrels genus Spermophilus, in Journal of Mammalogy, vol. 2, n. 90, 2009, pp. 270-305, DOI:10.1644/07-MAMM-A-309.1.
  5. ^ a b Don E. Wilson e DeeAnn M. Reeder (a cura di), Spermophilus major, in Mammal Species of the World. A taxonomic and geographic Reference, vol. 2, 3ª ed., Baltimora (MD), Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.

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